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Consiglio comunale, passa l'atto sulla trasformazione dell'Asfm

(Ufficio Stampa/Acot) – Il consiglio comunale ha approvato stasera a maggioranza (con 20 voti a favore e 11 contrari) la trasformazione dell'Azienda Speciale delle Farmacie Comunali in società a responsabilità limitata che si chiamerà Farmacia Terni e che resterà sotto il controllo del Comune, con la possibilità di mettere sul mercato, in vendita o in concessione, alcune delle farmacie comunali.
Prima dell'atto sono stati esaminati e approvati 21 emendamenti e un atto d'indirizzo presentato da Valdimiro Orsini e Luigi Bencivenga. Con l'atto d'indirizzo il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta, prima di procedere alle nomine degli amministratori e dei sindaci revisori delle aziende partecipate, a verificare potenziali conflitti d'interesse, anche “in relazione a situazione di diversa natura che potrebbero arrecare disagio al pieno assolvimento delle funzioni, anche in termini di trasparenza amministrativa”.
Tra gli emendamenti approvati, con 22 voti a favore e 2 contrari, i tre proposti sempre da Bencivenga, Orsini e da Chiappini, Mascio, Ricci, Piccinini e Narciso che chiedevano – anche sulla base del parere dei revisori dei conti -  di non inserire nell'atto il diritto di prelazione ai farmacisti dipendenti. Nel parere del segretario comunale e del dirigente di settore su questi emendamenti si specificava comunque che “il fatto che tale diritto (ad essere preferiti nell'ipotesi di gara per il trasferimento della titolarità delle farmacie) non venga scritto espressamente nell'atto è del tutto irrilevante in quanto il Comune quando approverà gli atti di gara dovrà comunque prevedere questa facoltà riconosciuta ai dipendenti da una norma di legge”.
Sullo stesso argomento erano stati in precedenza presentati anche altri emendamenti (2) illustrati da Marco Cecconi (FdI) che sono stati anch'essi approvati con 12 voti a favore e 10 contrari. Cecconi ha precisato che l'emendamento mira a rendere più libera possibile l'eventuale vendita delle singole farmacie.
De Luca ha aggiunto che questi emendamenti non devono essere interpretati come una contrarietà ad un diritto dei lavoratori delle farmacie, ma mirano – anche politicamente – ad arginare i rischi di un potenziale conflitto d'interessi all'interno dell'Asfm, che potrebbe trasferirsi nella fase successiva.
Gli altri emendamenti sono stati divisi in blocchi.  Il primo blocco di emendamenti (sette in tutto) approvato è stato illustrato da Andrea Cavicchioli  e riguarda sia l'atto che lo statuto con l'obiettivo di “armonizzare i rapporti tra il Comune e la nuova società” e riportare il numero dei componenti il collegio sindacale a tre.
Il secondo blocco (otto in tutto), illustrato da Orsini (Pd) mirava tra l'altro a far sì che la nuova società in house del Comune fosse vocata esclusivamente alla gestione delle farmacie e non possa partecipare ad altre società o crearne a sua volta.
Il terzo blocco, di due emendamenti, illustrato da Thomas De Luca (M5S), mirava a evitare l'ipotesi di vendita delle singole farmacie chiedendone, in alternativa, la concessione ed è stato bocciato insieme al quarto blocco (due emendamenti) presentato dallo stesso De Luca che chiedeva una preventiva analisi della eventuale ricollocazione delle farmacie cedute affinché lo spostamento non possa creare danno all'Ente. Piacenti D'Ubaldi ha specificato che questo tema è già regolato dal piano comunale delle farmacie.
E' stato anche approvato un emendamento proposto da Andrea Cavicchioli (Pd) con il quale, in caso di vendita delle farmacie si chiede sempre la gara ad evidenza pubblica. Su questo punto è stato anche approvato un sub-emendamento di Franco Todini che chiede in ogni caso il coinvolgimento del consiglio comunale.

Durante il dibattito che ha preceduto il voto l'assessore Vittorio Piacenti D'Ubaldi ha detto che  con l'atto approvato dal consiglio e proposto dalla Giunta, "si avvia un percorso di apertura per un mercato che in questa città è stato fin troppo protetto negli anni passati. Compito della nostra amministrazione in questa fase è anche quello di delimitare il perimetro dell'intervento pubblico, sulla base della normativa attuale specie in presenza di settori che sono ormai maturi, come quello delle farmacie”. 
"Questa vicenda - ha sostenuto Faliero Chiappini (CittàAperta) - s'inserisce in un percorso necessario e che occorre contestualizzare all'interno del quadro di riferimento nazionale".
Per Enrico Melasecche (IlT), "Terni arriva ultima come una tartaruga nel prendere decisioni che altrove sono state prese da anni; se questi provvedimenti fossero stati presi quando lo chiedevamo noi la situazione di oggi sarebbe stata diversa".
Secondo Thomas De Luca (M5S), “deve essere chiaro ai cittadini che le farmacie comunali non rientrano più nella gestione pubblica”. “La nostra visione politica è invece diversa: le società strumentali del Comune devono restare a disposizione dell'utilità pubblica con assoluta trasparenza con criteri e scelte che premino esclusivamente la meritocrazia”.
Per Paolo Crescimbeni (Gm), “la vendita delle farmacie avverrà in un momento sfavorevole e l'operazione appare dunque tecnicamente sbagliata: l'amministrazione pubblica non può chiamarsi completamente fuori dai servizi pubblici essenziali, ma ben altra avrebbe dovuto essere la gestione dell'Asfm negli anni".
Andrea Cavicchioli (Pd) ha fatto invece notare che “oggi lo scenario è completamente modificato e ci vuole fantasia a pensare che la gestione delle farmacie abbia una funzione sociale: noi abbiamo la priorità di rimettere il Comune nella possibilità di operare”.
Per Marco Cecconi (FdI), "anche in questo caso la maggioranza ha combinato un altro pasticcio votando contro il sindaco. E un pastrocchio è anche la proposta della giunta: fosse stata decisa la trasformazione in Spa l'avremmo votata".

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017