Consiglio comunale, chiesto un ricorso al Tar per evitare la chiusura dell'ufficio postale di Collestatte

(Ufficio Stampa/Acot) – Anche il consiglio comunale chiede il mantenimento dell'ufficio postale a Collestatte, incluso tra i circa 400 che Poste Italiane ha intenzione di chiudere in tutta Italia. Un atto d'indirizzo, proposto dal consigliere Jonathan Monti e iscritto all'ordine del giorno oggi stesso, è stato infatti approvato dal consiglio con 25 voti a favore e un'astensione. Con l'atto il consiglio impegna il sindaco e la giunta a proporre un ricorso al Tar e nelle sedi opportune contro la decisione di Poste Italiane, valutando un'azione unitaria con altri Comuni umbri e italiani coinvolti in questa vicenda e con le Regioni. Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, intervenendo nel dibattito sull'atto, ha ricordato che già in passato l'Anci aveva presentato un dossier a Poste Italiane che però ha accettato soltanto di rivedere la decisione riguardo a tre uffici postali. “A questo punto – ha detto il sindaco – ci siamo di nuovo attivati in sede Anci per valutare, anche attraverso un parere legale, l'opportunità di ricorrere al Tar, con il supporto politico della Regione”. “Entro questa settimana sarà presa una decisione in tal senso; intanto Anci Umbria ha di nuovo scritto ai vertici di Poste Italiane, chiedendo di rivedere la decisione rispetto alla situazione degli uffici postali umbri”.

In precedenza il sindaco aveva risposto ad un'interrogazione di Marco Cecconi che chiedeva notizie sull'organizzazione di una seduta straordinaria del consiglio comunale con la partecipazione della presidente della Regione Umbria, sulla situazione di AST/TK. Il sindaco ha reso noto che Comune e Regione sono in attesa della convocazione dell'incontro al Ministero sull'attuazione dell'accordo sull'Ast, rinviato a causa dell'indisponibilità del ministro. “Subito dopo effettuato questo incontro – ha aggiunto Di Girolamo – c'è il nostro impegno, come amministrazione a riferire in consiglio comunale in una seduta dedicata a questo tema”.