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Cecconi (Fdi): “Confermate le peggiore ipotesi sulla vicenda Melograno”

(Ufficio Stampa/Acot) – “Le indicazioni fornite in consiglio dal vicesindaco Malafoglia confermano la peggiore delle ipotesi sulla vicenda del Melograno”. Lo scrive, in una propria nota, il consigliere comunale Marco Cecconi, presidente del gruppo consiliare Fratelli d’Italia. La situazione della struttura di accoglienza residenziale del Comune con sede a Palazzo Carrara e destinata a minori in difficoltà, secondo Cecconi “è un tragico affresco delle politiche del welfare che a Terni hanno badato più che altro alle cooperative sociali affidatarie dei diversi servizi, piuttosto che a coloro i quali avrebbero dovuto essere i naturali beneficiari di tali servizi, ovvero i cittadini (minori o famiglie)”.

Alla Giunta comunale Cecconi aveva chiesto “quanto costa la gestione della struttura, quale cifra eroga annualmente il Comune alla cooperativa ACTL per il suo funzionamento, quante persone ci lavorano (e, tra questi, quanti sono i dipendenti comunali), quanti minori vi si assistono? Se sia vero o no che, fin quando il servizio era gestito in proprio dall'Ente, i costi erano decisamente inferiori? Se sia vero o no che la struttura residenziale per minori di via Carrara non ha le necessarie autorizzazioni?”. Per questo il consigliere d’opposizione chiedeva di riorganizzare complessivamente il servizio.

“Tanto per cominciare – scrive ancora Cecconi - dalle delibere citate dallo stesso vicesindaco e dai rispettivi allegati, abbiamo avuto la conferma che, meno di un mese fa e cioè esattamente il 10 marzo scorso, il Dipartimento formazione e promozione del servizio educativo del Comune ha bocciato “la richiesta di autorizzazione al funzionamento del Melograno, in seguito a valutazioni igienico-sanitarie ed edilizie, effettuate dal tecnico” del Dipartimento stesso: se io non avessi sollevato la questione, in altre parole, il Melograno avrebbe continuato bellamente a funzionare in assenza dei requisiti di legge. I costi? 186mila euro annui per il personale e 650mila euro (sempre annui) per il funzionamento complessivo della struttura, che accoglie un numero di minori variabile da poche unità fino ad una trentina: e ognuno faccia i conti che crede in ordine al costo pro-capite e al rapporto, diciamo così, qualità-prezzo”.
“Sarà per questo, sarà per le mie interrogazioni – continua Cecconi - che la giunta ha deliberato appena due settimane fa di riorganizzare l'intero comparto (proprio come io proponevo!), con una delibera che reca appena la data del 16 marzo 2016”. “Il Melograno – scrive il consigliere - resterà in funzione solo fino alla fine dell'anno scolastico in corso, si legge in questa delibera e relazioni annesse. Poi, i ragazzi verranno smistati altrove. E intanto si provvederà ad allestire strutture diverse. Con quali soldi? A parità di cifre rispetto ai costi attuali – si legge in questi documenti freschi freschi – potranno essere garantiti (testuale) anche maggiori servizi”.
“La conclusione è grave e disarmante: se nessuno avesse sollevato la questione, il Comune avrebbe continuato a buttare i soldi dalla finestra, a beneficio dei soliti noti, in una struttura non autorizzata. E purtroppo non è di sicuro un caso isolato”.   

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017