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Consiglio comunale, l’inizio del dibattito sulle linee programmatiche del sindaco

(Ufficio Stampa) – Dopo l’illustrazione degli indirizzi generali da parte del sindaco, nella seduta consiliare di stamattina è iniziato il dibattito con gli interventi di diversi consiglieri. La seduta è terminata prima delle 12 ed ora per i gruppi consiliari c’è tempo fino al 2 settembre per presentare gli emendamenti. Successivamente il documento e gli emendamenti torneranno in aula l’8 settembre,  quando sarà completato il dibattito e si procederà al voto.
Per Thomas De Luca (Movimento Cinque Stelle), che è intervenuto stamattina per primo dopo le dichiarazioni del sindaco, sarebbe quanto mai necessario “un salto di qualità”. “Occorre prendere atto di quello che non ha funzionato, e sarebbe stato opportuno coinvolgere i cittadini prima delle scelte e non dopo”. De Luca ha anche chiesto al sindaco “di non inserire più nei suoi interventi la graduatoria dell’ecosistema urbano che non sta né in cielo né in terra”.
Enrico Melasecche (IlT) ha espresso nel suo intervento una “delusione profonda nei confronti del documento illustrato dal sindaco”. “Non ci sono date, termini: tutto resta sul generico, con buchi terribili su alcuni temi”. Melasecche ha sottolineato come sia “rilevante il riconoscimento da parte del sindaco del fallimento della riforma della macchina amministrativa del Comune”. “Ciononostante – ha detto Melasecche rivolgendosi al sindaco - il dirigente che se ne è occupato è sempre stato da lei plaudito”. Nel complesso Melasecche ha definito il programma illustrato come “un documento povero, triste, che non dà speranze a questa città”.
Stefano Fatale (FI) è intervenuto per dire che il documento del sindaco “non ci ha convinto e non ci convincerà”. I problemi centrali della città – ha detto Fatale – restano tutti aperti “a cominciare dal problema della sicurezza e da quello delle grandi infrastrutture da completare, come la Orte-Civitavecchia”. Fatale ha poi sottolineato altri punti “caldi”, come quello della necessità di investimenti nella ricerca e nell’università; il commercio (“per il quale non ci sono riferimenti specifici nella relazione, neanche sulle ipotesi di riapertura della Ztl”), il futuro utilizzo degli studi di Papigno e del Cmm .
Secondo Franco Todini (Il Cammello), il documento è superficiale e rispecchia una partenza negativa. “Per presentare emendamenti occorre che il programma di governo abbia un impianto ben definito e non aleatorio come questo. Si tratta inoltre di un programma ripetitivo, senza una visione nuova, senza innovazione”. Todini ha fatto poi riferimento all’ammissione del sindaco sull’insoddisfacente riforma della macchina amministrativa. “La visione e la strategia dell’amministrazione la devono avere il sindaco, la giunta, il consiglio comunale, non soggetti tecnici, come il direttore generale, o i dipendenti o i loro rappresentanti. Non possiamo essere vincolati da una visione corporativa”. Todini ha infine ricordato che il concetto di smart city, “che va molto al di là di quello espresso dal sindaco” e che deve essere rivolto soprattutto all’efficientamento dei servizi”. E’ dunque fondamentale – ha concluso Todini - "una riforma della governance dell’amministrazione”.
Per Valentina Pococacio (Movimento 5 Stelle) nelle linee illustrate dal sindaco “i temi restano sempre gli stessi, ciò vuol dire che l’amministrazione Di Girolamo non è stata in grado di risolvere i problemi, e ci domandiamo come potrà farlo adesso”. “Nel documento non sono indicati i modi con i quali l’amministrazione pensa di intervenire e gli unici progetti che vengono citati (per smart city) sono quelli dell’Asm, che però non è l’amministrazione comunale”. “Manca dunque una visione globale. E mancano alcune parole, ad esempio agricoltura e artigianato, settori non certo trascurabili nell’economia della città. Così come manca l’attenzione al piccolo commercio, mentre si costruiscono nuovi centri commerciali”.
Per Faliero Chiappini (CA) il documento "è una griglia di questioni delle cose da fare. Il livello della discussione è dunque generale". Sarebbe inoltre "sbagliato banalizzare un aspetto centrale, quello della contestualizzazione dell’amministrazione locale nel quadro generale della crisi, anzi dei cambiamenti epocali in corso".
Andrea Cavicchioli (Pd), rispetto alla discussione in corso ha parlato di “regolamento anacronistico, di un’anomalia tutta ternana, anche rispetto alla possibilità di presentare emendamenti al programma del sindaco”.  Più nello specifico ha chiesto particolare attenzione al quadro in cui si è costretti ad operare, valutando “gli elementi d’incertezza dovuti alla situazione generale, che si ripercuotono sulla macchina amministrativa e sui documenti contabili”, che costringono l’ente ad un bilancio preventivo che sarà di fatto consuntivo".  Rispetto poi agli elementi sostanziali del programma del sindaco, Cavicchioli ha sottolineato “che la macchina amministrativa del Comune va rivista anche con coraggio, partendo dalle situazione apicali, dando con questo una motivazione alla collaborazione di tutta la struttura, che è determinante, ma facendo capire che facciamo sul serio”. “Anche sulle partecipate – ha aggiunto - dobbiamo avere il coraggio di concentrarci su quelle strategiche, di rivedere il sistema di affidamento dei servizi e di concentrare la gestione dei servizi nelle partecipate che hanno la capacità di svolgere la missione e di intervenire su quelle giudicate non più strategiche”.
Per Valdimiro Orsini (Pd) invece “il regolamento è questo e finché non si cambia, eserciteremo le nostre funzioni per rafforzare e precisare meglio le azioni del sindaco e della maggioranza”. In questo senso Orsini ha preannunciato la presentazione di emendamenti alle linee programmatiche.
“Mi aspettavo – ha detto - più coraggio sull’innovazione della macchina amministrativa. E’ facile dire ora che abbiamo fallito. Non sarebbe successo se si fosse aperto un confronto in consiglio comunale, nell’interesse di tutta la città.  Ora dobbiamo di nuovo intervenire, ma come? Mi auguro che ci sia davvero un confronto e che la nuova riforma non venga rimessa in mano a chi è stato già l’ideatore della precedente riforma che ha fallito, come riconosciuto dal sindaco”. Orsini ha anche chiesto maggiore trasparenza su altri atti importanti, come l’affidamento della gestione del sistema museale, che “sarebbe dovuto transitare in consiglio comunale”.


Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017