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“I tagli ai patronati peseranno soprattutto sui cittadini già in difficoltà”

(Ufficio Stampa) - “I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, se venissero confermati, impedirebbero a questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, di garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone di cui cento solo in Umbria”. Lo dichiara, in una propria nota, Michele Pennoni, consigliere comunale del Pd e vicepresidente del consiglio comunale che sull'argomento ha anche presentato un atto d'indirizzo.

“Gli effetti più duri di questi tagli ai patronati – continua Pennoni - è sulle spalle dei cittadini. I patronati hanno storicamente offerto servizi gratuiti essenziali. Questo anche per precisa volontà costituzionale. Servizi che hanno generato eguaglianza e maggiori priorità per fasce sociali che diversamente non avrebbero in altro modo potuto trovare risposte. La stessa Regione Umbria condivide le preoccupazioni espresse da più parti circa il rischio che il 'sistema dei patronati' possa essere gravemente pregiudicato se non sarà modificata la norma inserita nella legge di stabilità, che riduce enormemente il relativo 'Fondo', peraltro alimentato dai versamenti dei lavoratori”.

“Se si tagliano le risorse di quasi il 40% dove andranno quei cittadini? in Comune? in uno studio professionale? Bisogna avere la cognizione che siamo in presenza di un drenaggio di risorse dal territorio al centro. È una scelta. Mi auguro che sia utile al rilancio del Paese ma certamente pregiudizievole della capacità di azione del sistema delle istituzioni territoriali”.

“I Patronati – prosegue la nota -  hanno, ed è anche scritto nella Costituzione, una valenza solidaristica e sussidiaria perché tutelano i cittadini, specialmente quelli maggiormente in difficoltà, dall’assistenza ai pensionati, per gli assegni familiari, agli infortunati, ai disoccupati, agli esodati, agli invalidi fino alle semplici informazioni oltre che, specialmente in questo tempo di crisi, l’attenzione all’ascolto e all’assistenza. E’ importante capire gli effetti che questo recherà a queste fasce di popolazione specialmente in questo periodo dove i dati sulla povertà sono allarmanti.
Se si considera poi che se si dovesse “accentrare” tutto all’Inps questo decreterebbe di fatto un blocco amministrativo. L’analfabetizzazione informatica del Paese è un dato reale, non si può pensare che tutti siano in grado di sbrigare le pratiche via internet”.
“Concludo ricordando che il sistema dei Patronati fa risparmiare alla pubblica amministrazione ben 657 milioni di euro ogni anno. Si tratta di una cifra superiore di oltre 200 milioni rispetto alla somma mediamente destinata ogni anno al “Fondo Patronati”(che è alimentato da una quota dei contributi previdenziali obbligatori versati ogni anno da lavoratori e imprese e non può e
non deve rientrare nelle disponibilità del bilancio dello Stato) e che questi presunti 'risparmi' si pagheranno in termini di minore tutela dei cittadini, un impoverimento per tutti e in special modo per la parte più debole del Paese che pur continuando a pagare integralmente la contribuzione previdenziale, dovranno rinunciare alla gratuità dei servizi offerti dal sistema patronati, vedendosi sottrarre una parte dei propri soldi”.

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017