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"Case popolari”. Cecconi (FdI) chiede maggiori controlli sugli assegnatari stranieri

(Ufficio Stampa) – In una sua nota il presidente del gruppo consiliare Fratelli d'Italia Marco Cecconi critica le cifre fornite dal vicesindaco Francesca Malafoglia in merito al report sull'assegnazione delle “case popolari”.
“In base all'intera graduatoria degli assegnatari di case popolari dopo l'ultimo bando (proprio quello citato dalla Malafoglia) – scrive Cecconi - su un totale di 100, ai ternani va un alloggio in soli 21 casi. Volendo sommare i soli altri 12 alloggi assegnati ad italiani di altre città, si arriva ad un massimo di 33: mentre agli stranieri vengono assegnate le residue 67 case. Questo è un dato incontrovertibile”.
“Un altro dato incontrovertibile è rappresentato dal fatto che - incrociando la penuria di alloggi effettivamente disponibili, con i piazzamenti in graduatoria, occupata nelle postazioni più alte quasi soltanto da stranieri - di fatto le poche decine di case oggi concretamente assegnabili (secondo la stessa Malafoglia, attualmente non più di 60) in pratica andranno agli stranieri in misura ancora più schiacciante”.
“E non ci venga a dire, la Malafoglia, che a Terni negli ultimi due anni gli stranieri sono molto aumentati. Il punto è proprio questo, perché – per quanto gli stranieri possano essere aumentati – sta di fatto che sicuramente quelli regolarmente residenti non superano il 10% della popolazione cittadina: e la cosa non più accettabile è che, allora, quando si vanno ad assegnare le case popolari le percentuali praticamente vengano rovesciate”.
“Detto questo – scrive ancora Marco Cecconi - è inutile che la Malafoglia - nel vano tentativo di confondere le acque – ci sciorini il totale della case-ATER e la ripartizione italiani/stranieri legata a bandi vecchi e stravecchi. Piuttosto, ci dica quanti controlli all'anno - sul totale del patrimonio disponibile - vengono effettuati, per verificare che gli assegnatari possiedono ancora i requisiti o non detengano illegalmente gli appartamenti. Ci dica come mai lei stessa – in occasione del dibattito in consiglio comunale scaturito proprio da un mio atto di indirizzo finalizzato alla revisione delle regole – ha ammesso che l'attuale regolamento comunale, pur fresco di pochi mesi, va cambiato. E, nel cambiarlo - perché a questo dovremo arrivare per forza  - tenga conto del fatto che se non esiste l'obbligo di legge di verificare i precedenti penali di un inquilino esiste senz'altro l'opportunità di tener conto di quella che si chiama 'pericolosità sociale': specialmente se si tratta di concedere a qualcuno un patrimonio pubblico, cioè di tutti. Altrimenti, è inutile – se non ci scambiamo neanche queste informazioni minime tra Istituzioni e Forze dell'ordine - che poi si vadano a firmare fantomatici Patti per la sicurezza in Prefettura, come ha fatto il sindaco Di Girolamo, proprio il giorno dopo che qualche straniero recidivo e dedito a rubare è stato arrestato nella sua bella casa popolare”.  

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017