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Consiglio comunale, il dibattito sull’assestamento di bilancio

(Direzione Generale/Uff. Stampa) - Nel dibattito di ieri sera sulla manovra di assestamento di bilancio si sono registrate le posizioni critiche di Enrico Melasecche (Udc) che ha parlato  “scelte non condivisibili”, “pur in una situazione obiettivamente complessa”, nella quale, tuttavia “si pagano scelte compiute negli anni precedenti, quando sarebbe servita una maggiore prudenza”. Melasecche ha indicato anche una serie di partite poste come residui attivi chiedendo se siano realmente incassabili, come le alienazioni della scuola di Piediluco, del mercato coperto, di Colle dell’Oro.
Cinzia Fabrizi (LB), nel suo intervento, si è soffermata in particolare sul riconoscimento del debito fuori bilancio di 211mila euro per gli eventi valentiniani. “Spese a suo tempo non inserite in bilancio, delle quali – ha detto - non è stata dunque controllata la congruità”. “Oggi ci si limita a dire che sono state fatte nell’interesse dell’ente, ma a nessuno viene in mente di chiederne conto al dirigente e all’assessore dell’epoca. Ritengo che si tratti di un meccanismo profondamente immorale: non è possibile che non emergano mai le responsabilità: non è un modo corretto di procedere e non è rispettoso nei confronti dei cittadini”.
Anche secondo Carlo Orsini (Gruppo Misto), l’atto deliberato “non è un assestamento come gli altri, sia per l’entità che per la partita dei debiti fuori bilancio”. “In questo caso (quello degli Eventi valentiniani) i debiti arrivano in consiglio 11 anni dopo che si sono verificati: credo che ci sia almeno una responsabilità politica per la mancata comunicazione al consiglio di questa situazione per la quale comunque i conti non tornano, perché occorre verificare meglio la pretesa di Sviluppumbria”
Federico Brizi, presidente del gruppo del Pdl, ha sottolineato anche lui che  l’assestamento è un atto “che ha una valenza politica oltre che tecnica”. “Al di là dell’operazione ragionieristica, specie sui debiti fuori bilancio, occorre invece fare un ragionamento politico, per capire se si tratta di meri errori materiali, o di altra natura. Occorre inoltre approfondire la partita dei residui attivi, per verificare l’esigibilità dei crediti”. “Sul patto di stabilità – ha detto infine Brizi - occorrerebbe un confronto con il consiglio comunale”.


Nella maggioranza, invece, Giocondo Talamonti (Gruppo Misto) ha definito la manovra ”complessa”, in un quadro normativo “mutevole”. “Garantire i servizi in questa situazione non è facile, ma il Comune ha operato con serietà: Terni è una delle città meno care per l’Imu”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto Talamonti - il rispetto del patto di stabilità resta un obiettivo fondamentale, mentre con la diminuzione delle risorse dobbiamo rivolgere la nostra attenzione ai controlli e occorre sempre tenere in primo piano le persone più deboli e svantaggiate”.

“Le norme sul patto di stabilità – ha detto Mauro Nannini (FdS) stanno uccidendo le amministrazioni di tutta Italia, mentre il Governo Monti in un anno, ha causato solo disastri, con l’aumento della disoccupazione, i tagli orizzontali al welfare, alle scuole, agli enti locali. La dimostrazione viene anche dalla protesta compatta dei sindaci di ogni schieramento politico”. “Da parte sua – ha aggiunto Nannini – l’amministrazione comunale di Terni sta facendo il possibile ed inoltre ha avuto il coraggio e la serietà di accollarsi croci non sue”.

Giampiero Amici (Pd) ha sottolineato, anche lui, la correttezza e la trasparenza dell’amministrazione nell’affrontare tutte le questioni, anche quelle dei debiti fuori bilancio, che comunque “sarebbero dovute emergere prima”. La valutazione della manovra – ha continuato Amici – va fatta considerando il contesto nazionale in cui ci si muove. In una situazione pesantissima, il Comune di Terni è riuscito a garantire comunque un buon livello di servizi, uno dei livelli di tassazione più bassi d’Italia, come dimostrano i dati sull’Imu, e una qualità della vita, nel complesso elevata.


Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017