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Cecconi (FdI): “I revisori dei conti rivedano il parere sul consuntivo”

(Ufficio Stampa) - “Il via libera dei revisori dei conti al bilancio consuntivo 2013 del Comune di Terni è contraddittorio, sicuramente anomalo, se non censurabile, rispetto ai rilievi svolti dai revisori stessi al consuntivo in questione.  A metterlo nero su bianco - in un parere pro veritate lungo e dettagliato (16 pagine) -  è un insigne giurista umbro, l'Avvocato Professor Giuseppe Caforio, fra l'altro docente di diritto all'Università di Perugia”. Lo scrive in una sua nota Marco Cecconi, consigliere comunale di Fratelli d'Italia.
“Il parere è stato richiesto dai consiglieri di opposizione Paolo Crescimbeni, Marco Cecconi, Enrico Melasecche, Federico Brizi, Stefano Fatale e Francesco Ferranti". "Adesso che è arrivato - dice Cecconi - lascia poco adito a dubbi ed è stato immediatamente inviato ai tre Revisori, invitandoli a “ponderarne il merito e trarne le opportune conseguenze” - ovvero, riscrivere quel parere - prima del voto in aula, previsto in teoria per giovedì della prossima settimana”.

“Se così non fosse - “in ipotesi di insensibilità dell’Organo di revisione” - ovvero, se i Revisori non tornassero sui propri passi – scrive ancora Cecconi - i consiglieri si riservano (è sempre Caforio che scrive) “di rivolgere motivato esposto alla Corte dei Conti, per le diverse competenze che assomma”. E lo stesso avvertimento è indirizzato anche a tutti gli altri 26 consiglieri comunali, ai quali il parere di Caforio verrà singolarmente 'cassettato': affinché riflettano sul fatto che un via libera al consuntivo-2013, “potenzialmente foriero di censure contabili e di possibili profili di danno erariale” - scrive il giurista - dovrebbe “essere oggetto di riesame, anche in autotutela”.

“Una montagna di residui attivi - 171milioni di euro - accumulata nel tempo e mai sottoposta ad un esame aggiornato dell'effettiva esigibilità (insomma, entrate che oggi sono in larga parte virtuali). Canoni di locazione mai riscossi; un censimento dei beni mobili e immobili di proprietà del Comune mai concluso. Debiti e crediti nei confronti delle aziende partecipate (innanzitutto, l'ASM) mai compensati. Indebitamento eccessivo. Ricorso irregolare alle anticipazioni di tesoreria (prestiti e mutui contratti non per finanziare opere pubbliche, come per le legge, ma per fare cassa). Mancata contabilizzazione di entrate e uscite (come per la TARES e i relativi costi di gestione del servizio). E così via. Sono proprio i Revisori - ricorda Caforio - ad aver mosso questi addebiti, nella loro relazione, al consuntivo 2013. Sono proprio i Revisori, insomma, che “puntualmente evidenziano degli scostamenti fra le previsioni normative e il consuntivo posto alla loro attenzione, su elementi che possono inficiare significativamente tutto il documento contabile”. E allora non si capisce come mai, “quando all'esito dei rilievi vanno ad esprimere il parere, a sorpresa e senza alcuna motivazione che possa dare una spiegazione per la discrasia tra i rilievi e le conclusioni, mutano la valutazione e danno un giudizio favorevole”.
Detto in altre parole, “è impossibile comprendere perché da parte dei Revisori dei conti sia stato emesso un parere favorevole, dopo tante censure mosse”.

“Infine la conclusione, semplice e lapidaria al tempo stesso: “La coerenza - scrive il giurista perugino - imporrebbe una precisa scelta del Collegio dei revisori. Delle due l’una. Nel caso di conferma dei rilievi critici espressi nella relazione dell’Organo di revisione per l’anno 2013, il parere sul rendiconto dovrà essere sicuramente negativo;  mentre,  nel caso opposto in cui si voglia mantenere il parere favorevole, già reso, sarebbe necessario rimuovere e superare le critiche svolte nella relazione, essendo tali censure incompatibili con qualsiasi determinazione favorevole all’approvazione del rendiconto stesso”.

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017