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Al Caos il selfie diventa una mostra

(ufficio stampa) - Si apre  oggi pomeriggio, martedì 19 maggio, alle 17, al Centro Arti Opificio Siri, la mostra Narciso ai tempi di facebook: dall’autoritratto al selfie, frutto di un percorso teorico e pratico proposto da Bct in collaborazione con il Liceo Artistico O.Metelli di Terni (classi 3b e 4b), con la guida di Pietro Vertamy, docente di ritratto alla scuola di fotografia di Roma Isfci e del professore di filmica al Liceo Metelli, Marco Giombini.
36 ragazzi e 72 scatti: selfie e autoritratto, due modi di costruire un’immagine di sé attraverso lo scatto fotografico, per guardarsi allo specchio e mostrarsi al mondo. La mostra è visitabile fino al 14 giugno nella project room del Caos ( viale Luigi Campofregoso, 98 Terni). L’ingresso è libero.  In concomitanza con l'apertura dell'esposizioni, un incontro. Nella sala dell’orologio al Caos, intervengono Pietro Vertamy e Marco Giombini, coordina Luana Conti.  Nel 2013 l’Oxford Dictionary ha scelto Selfie come parola dell’anno.
La mostra. Un selfie è una foto fatta a se stessi con il preciso scopo di condividerla sui social network o per essere mandato via messaggio o con una mail.
Uomini e donne di tutto il mondo, in particolare gli adolescenti, sembrano contagiati da questa febbre: cosa si nasconde dietro questa pratica? Puro narcisismo o, come sostengono alcuni sociologi, semplice democratizzazione delle tecnologie? L’incontro con il docente di ritratto Pietro Vertamy, propone un viaggio tra le diverse forme dell’autoritratto, dai più classici esempi pittorici fino ai più arditi esiti della sperimentazione fotografica e, ancora oltre, fino agli scatti social, per provare a comprendere, attraverso l’analisi delle scelte tecniche operate, le molteplici implicazioni della rappresentazione di sé.  In quest’ottica anche il mito del ragazzo che si innamora di sé fino a morirne può comunicare nuove cose: si scopre infatti che secondo Leon Battista Alberti sarebbe stato proprio Narciso, in quel suo riflettersi nello specchio d’acqua, a rappresentare il primo pittore della storia, e, seguendo l’intuizione di Peter Handke scopriamo che esso incarna sicuramente il pericolo dell’autoreferenzialità, ma allo stesso tempo la necessità di guardarsi e di ri-flettersi per capire chi siamo e comprendere gli altri.

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Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017