Descrizione
(ufficio stampa) - Mentre in tutto il mondo e sempre più spesso anche in Italia – dichiara il capogruppo di Fdi Roberto Pastura - si investono risorse e competenze nella riforestazione urbana e nella fitobonifica delle aree compromesse, a Terni si assiste ad un fatto paradossale: il divieto di ripiantare alberi proprio dove ce ne sarebbe più bisogno. L’area della Pineta Centurini, già oggetto nell’estate 2023 di un pesante abbattimento di alberature per motivi di sicurezza, versa oggi in una condizione di completo abbandono. Alla promessa di una successiva ripiantumazione da parte di questa Amministrazione, si è sostituita una nuova sorprendente giustificazione: il terreno sarebbe inquinato e quindi non si potrebbe intervenire con nuove piantumazioni.
Una tesi che non solo risulta tecnicamente discutibile, ma rappresenta anche un clamoroso autogol politico e culturale. La scienza, e in particolare la fitogenetica, ha da tempo dimostrato come proprio nei contesti ambientali compromessi – dove il suolo presenta livelli più o meno gravi di contaminazione – la piantumazione mirata sia non solo possibile, ma addirittura auspicabile. Parliamo di fitotecnologie, di piante capaci di assorbire, stabilizzare o neutralizzare gli inquinanti, strumenti innovativi già applicati con successo in contesti ben più critici del nostro: dalla Laguna di Venezia a Taranto passando per numerosi esempi internazionali.
Rinunciare alla ripiantumazione significa allora perdere una doppia occasione: da un lato, quella di ripristinare un prezioso polmone verde urbano; dall’altro, quella di dimostrare che anche una città con un’eredità industriale può imboccare con coraggio e intelligenza la strada della transizione ecologica senza quegli inutili isterismi anti-fabbrica.
È con questo spirito che depositeremo un’interrogazione formale rivolta al sindaco e all’assessore competente, chiedendo conto di questa scelta: su quali dati si fonda? Quali analisi, quali studi, quali pareri ufficiali supportano l’idea che non si possa ripiantare nulla? E soprattutto: è stata anche solo presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare le fitotecnologie, come accade ormai ovunque?
Fratelli d’Italia ha sempre contrastato l’ambientalismo del NO a prescindere promuovendo invece un approccio che coniughi ambiente, innovazione e comunità. In questa vicenda, chi ha detto non si può ha scelto la strada più facile, ma anche la più irrimediabilmente sbagliata."
