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(ufficio stampa) - Si è svolto ieri pomeriggio in Prefettura l'incontro con Enel green power contro la chiusura del posto di teleconduzione delle 19 centrali idroelettriche ternane.
"Enel - dichiara l'assessore allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali - ha tenuto a ribadire la ininfluenza dell’ubicazione del posto di teleconduzione sulla funzionalità e sicurezza delle centrali idroelettriche. Enel sostiene che siano sufficienti 6 sole control room per impianti allocati in 16 regioni italiane. Ha altresì ribadito la volontà di procedere alla chiusura, visti gli accordi definiti con le OOSS a livello nazionale, dichiarando come la control room non sia un asset direttamente legato alle centrali. Ma tutto questo è stato rimesso in discussione dai lavoratori locali che denunciano alcune peculiarità degli impianti che metterebbero a serio rischio, in situazioni di emergenza, una corretta gestione in sicurezza del livello dei fiumi e degli invasi.
In effetti esistono problematiche che vedono Enel già in contenzioso con gli enti locali, per quanto riguarda il livello del lago di Piediluco che deve prevedere oscillazioni minime grazie proprio agli interventi degli operatori che regolano i flussi dell’acqua.
Problema questo che mette a rischio l’equilibrio ambientale del lago e le sue sponde. Altro elemento è legato alle sponde e le dighe dei fiumi interessati dagli impianti presenti lungo l’asta idraulica.
Elementi di criticità che necessitano di approfondimenti anche secondo la protezione civile. Le organizzazioni sindacali hanno anche sottolineato il disimpegno di Enel rispetto alle officine meccaniche, uniche in Italia che fanno la manutenzione delle parti meccaniche delle centrali idroelettriche, che vedono oramai le professionalità affidate a ditte in appalto e poco personale diretto occupato.
Per il Sindaco di Terni oltre al problema di sicurezza ambientale vi è anche il tema del valore della centrale che non può essere ridimensionato e compromesso da scelte aziendali che vanno contro i criteri concessori e che ne devono vedere la perfetta conservazione in attesa della gara prevista per il 2029, che potrà vedere eventualmente Enel interessata a partecipare ad una public company con gli enti locali.
Denunciamo la modalità di Enel che sempre più tende ad avere rapporti solo nazionali dimenticando l’incidenza degli impianti sui territori locali dove non vi è più alcuna interlocuzione se non di livello marginale. La continua erosione di personale e know how sta depauperando un territorio mettendone a rischio il futuro sviluppo industriale ed economico in genere.
Per ristabilire un confronto corretto tra le parti Stefano Bandecchi ha richiesto al Mimit e al Mase l’apertura di un tavolo nazionale di confronto con l’azienda e nel frattempo il congelamento di qualsiasi decisione in merito alla chiusura".
