Descrizione
(ufficio stampa) - "In questi giorni il dibattito cittadino è stato catturato da uno scontro sul quale come partito ci siamo severamente espressi: da una parte il sindaco Bandecchi con le sue provocazioni verbali, dall’altra una sinistra massimalista che si presenta in aula con kefie e slogan ideologici. Due estremismi - dichiara Roberto Pastura capogruppo FDI - che si alimentano a vicenda, ma che nulla hanno a che vedere con i problemi veri che stanno uccidendo questa città. È assolutamente corretto e giusto condannare parole, espressioni e atteggiamenti che definisco rivoltanti, al contempo non posso accettare che Terni si riduca ad un palcoscenico per queste contrapposizioni vuote: la nostra comunità non muore di kefie o di boutade, muore di desertificazione economica, sociale e demografica.
Eppure, di questo non si parla perché non fa comodo ad alcuni. Non si parla del bilancio consolidato che è il documento più importante perché fotografa la situazione del Comune insieme alle sue società partecipate. Quella fotografia è tutt’altro che rassicurante. Le entrate calano, soprattutto quelle derivanti dai tributi e dai servizi, segno che l’economia cittadina fatica e che il tessuto produttivo perde forza. I costi invece aumentano, e non per il personale, ma per le esternalizzazioni: quasi cento milioni spesi in prestazioni di servizi, che significano più spese e meno controllo diretto da parte dell’ente. La gestione finanziaria è negativa, perché il gruppo paga più interessi di quanti ne incassi e allo stesso tempo esplodono gli accantonamenti ai fondi rischi, passati da trenta a oltre sessanta milioni: un dato che indica contenziosi, criticità e passività latenti che pesano come macigni sul futuro del Comune.
Questi numeri dovrebbero preoccupare tutti. Io non posso accettare che vengano liquidati con superficialità o nascosti dietro la cortina fumogena di polemiche ideologiche che non cambiano nulla della tragedia in Medio Oriente e, soprattutto, non risolvono i drammi quotidiani di Terni. Il bilancio consolidato ci dice che la città è fragile, che rischia di desertificarsi e che non sta crescendo ma anzi arretra.
Ai ternani seri e concreti interessa che il Comune e la politica si occupino dei problemi su cui possiamo davvero incidere: bilanci, servizi, sviluppo, lavoro. Non hanno tempo né voglia per le manifestazioni ideologiche, perché lavorano, perché ragionano con la loro testa e perché, pur essendo drammaticamente colpiti dalla tragedia israelo-palestinese, sanno che il contributo più vero e più utile che possono dare è non alimentare una cultura dell’odio quotidiana. Questa è la sfida che dobbiamo raccogliere ed è su questo terreno che si misura la serietà della politica".
