Descrizione
(ufficio stampa) - "È sempre più urgente affrontare la fiscalità comunale non come un vincolo da subire, ma come uno strumento attivo di politica pubblica, capace di contrastare il declino economico e sociale di Terni. Non possiamo più permetterci una gestione incentrata solo sulla tenuta della spesa corrente; servono scelte politiche che guardino avanti e puntino allo sviluppo. Ho più volte sollecitato l’Amministrazione - dichiara il capogruppo di Fdi Roberto Pastura - ad aprire una riflessione concreta sulla possibilità di ridurre l’addizionale IRPEF e l’IMU, anche in forma selettiva. Di fronte a queste richieste, l’Assessore Bordoni ha affermato che non sarebbe possibile a causa di vincoli imposti dal Governo centrale. Questa giustificazione, oltre a risultare discutibile sul piano politico visto che il Governo l’Irpef l’ha ridotta al 33% per i redditi tra i 28.000 e i 50.000, ignora che solo negli ultimi mesi il Comune di Terni ha ricevuto risorse statali importanti, tra cui i 700.000 euro della Presidenza del Consiglio dei Ministri destinati alla pista ciclabile di Piediluco, interamente coperta senza pesare sul bilancio comunale, gli 800.000 euro del Fondo Unico Nazionale per il Turismo per il progetto dedicato a San Valentino, e i 288.757,11 euro trasferiti dal Ministero delle Infrastrutture per far fronte all’aumento dei prezzi dei materiali per la scuola Matteotti.
Ridurre la pressione fiscale non è un lusso, né una mossa demagogica, ma una scelta strategica per tentare di rilanciare l’attrattività di Terni, favorire nuovi residenti, stimolare i consumi e sostenere la domanda di servizi. Accanto a questo, non possiamo ignorare un altro nodo fondamentale, ossia le tariffe dei servizi a domanda individuale, molte delle quali, nel bilancio 2026 sono destinate ad aumentare.
Terni ha oggi un indice di vecchiaia tra i più alti d’Italia, con circa 260 anziani ogni 100 giovani e in una città dove la popolazione anziana è così ampia, è evidente che i servizi legati alla fine della vita, come quelli cimiteriali, toccano direttamente un numero sempre maggiore di famiglie. Aumentare proprio queste tariffe significa colpire in modo silenzioso e diretto una fascia fragile della popolazione e non per migliorare i servizi, ma semplicemente per fare cassa. Più in generale invece, una politica tariffaria che riguarda i servizi pubblici comunali, scuole, asili, trasporti, ha senso solo se inserita in una strategia più ampia, orientata alla giustizia sociale, all’ efficienza e allo sviluppo. L’attrattività di un territorio, per un possibile nuovo residente o per un cittadino che lavora fuori ma vuole restare a vivere a Terni, si pesa con la qualità, con l’efficienza, con l’affidabilità altrimenti, il sistema fiscale e tariffario da solo rischia di diventare un ulteriore peso sulle famiglie e sulle imprese ternane, già duramente provate da anni di fiscalità locale al massimo.
La fiscalità comunale non è una voce tecnica, bensì è una scelta politica che può cambiare il destino di una città e oggi, più che mai, dobbiamo usarla per invertire la rotta".
