Descrizione
(ufficio stampa) - "Dai resoconti sulla serata della giunta regionale a Cardeto - dichiara la presidente del consiglio comunale Sara Francescangeli - leggo che la presidente Stefania Proietti ha ampiamente parlato della situazione della sanità a Terni e del nuovo ospedale.
Rimango stupita in quanto la presidente ha dimostrato di avere molte difficoltà a fare altrettanto in consiglio comunale. Il 5 maggio 2025, su mandato della conferenza dei presidenti e dell'intera assemblea, ho chiesto alla presidente della giunta regionale di venire a Terni, per un consiglio comunale aperto che fosse sede opportuna per riferire sul nuovo ospedale cittadino e sulle problematiche della sanità pubblica. Abbiamo dato ampia disponibilità sulle date mettendo a disposizione tutto il mese di giugno e luglio, ma la presidente ci ha scritto che non fosse opportuno che riferisse in consiglio comunale prima dei lavori della terza commissione regionale, rimandando il tutto a settembre e quindi concordando sulla data del 13 ottobre.
Altrettanta cautela e tatto non è stata utilizzata per l'iniziativa pubblica di Cardeto dove la presidente Proietti si è lasciata andare a considerazioni pesanti sul progetto del nuovo ospedale, parlando tra l'altro di anno zero e di operazione da almeno 400 milioni al momento non disponibili. Come Ternani, dunque, abbiamo appresso che per il nuovo Santa Maria stiamo in altissimo mare, che le legittime aspettative dei cittadini sono destinate a rimanere frustrate per anni, dato che la stessa presidente ha detto che non ne basteranno cinque per la realizzazione. Tralascio le altre considerazioni della presidente sul rapporto tra la sanità pubblica e quella privata e con la netta sperequazioni tra Terni e Perugia, con la nostra città che non sembra meritare neanche un posto letto convenzionato a fronte delle decine che da anni sono operativi per l'utenza del capoluogo della regione.
Il 13 ottobre attenderemo la presidente e la sua giunta in consiglio comunale, fermo restando che nessuno può cancellare il grave sgarbo istituzionale e il ritardo di quasi tre mesi rispetto ai giardini di Cardeto".
