ACOT | 15 Maggio 2012 - ore 17:14 - Giocondo Talamonti (FdS) interviene con una propria nota sul tema dei collegamenti tra territori
(Direzione Generale/Uff. Stampa) – “Premesso che una virata all’ultimo momento, una di quelle che ti riporta con i piedi a terra, può essere una soluzione tarda, ma pur sempre una soluzione, succede anche che il cambiamento di rotta improvviso possa essere la peggiore delle scelte. Il riferimento, prima che alla Concordia del capitano Schettino, è alla svolta repentina sull’individuazione dell’Interporto che ha visto la Regione Umbria investire per dieci anni su quello di Orte e che, ultimamente, per la presenza di chissà quali scogli ha suggerito un’inversione ad U: da sud-ovest a nord-est, puntando su quello di Iesi”. Lo dichiara in una sua nota il presidente del gruppo della Federazione della Sinistra Giocondo Talamonti.
“Cosa sia successo per determinare uno spostamento che strategicamente cambia progettazioni, programmi e prospettive di sviluppo economico per l’intera regione, non è solo una curiosità, ma un doveroso chiarimento che i responsabili della scelta devono a tutti gli umbri”.
“Lascia pensosi constatare – si legge ancora nella nota di Talamonti - che il corridoio Berlino-Palermo, indicato nella programmazione infrastrutturale della Comunità Europea, e che comprende l’interporto di Orte, non sia adeguatamente privilegiato. Mancherebbero infatti i necessari strumenti a dare al territorio produttivo ternano il respiro che serve alla crescita e al futuro dell’economia locale. Le conseguenze possono essere l’avvio verso un declino delle attività industriali ed un regresso sociale”.
“Il completamento della Terni-Civitavecchia, arteria irrinunciabile per il collegamento al mare delle province di Terni, Viterbo, Rieti e dell’Interporto di Orte, (opera prevista ed inserita nel ‘Patto di Territorio’, sottoscritto nel 2005 fra il governo Berlusconi e gli Enti Locali), è ancora oggi una priorità strategica.
Cosa sia successo per giustificare il ripensamento è tema che i cittadini devono conoscere. Saranno vendute le quote dell’Interporto di Orte, ora che il panorama si apre sulle Marche? Se sì, a che prezzo? Ma, prima di questi non trascurabili argomenti, ce ne è uno che pretende risposta: quali vantaggi può portare all’economia umbra incentrare sull’Interporto di Iesi lo smistamento delle merci, rispetto a quello di Orte? Pare evidente che se qualcuno s’è ravveduto ora, qualcun altro si sia sbagliato prima”.