Notizia

“Chi fa incetta non pensa alle nuove generazioni”

(ufficio stampa) – “Non entriamo nelle questioni giuridiche e normative sollevate dalla Procura della Corte dei Conti in merito alla indennità di amministratore comunale percepita dall’ex assessore comunale, attuale assessore regionale, Enrico Melasecche", dichiarano in una nota i consiglieri del Pd Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis.
"Ci sentiamo legittimati ad una annotazione politica - proseguono i due -  constatiamo che su una persona si concentrano pensione, vitalizi legati ad una lunga attività politica e, non ultimo, nuove indennità legate a nuovi incarichi amministrativi.
Non dovrebbe intervenire la magistratura, dovrebbe bastare la sola sensibilità politica ad evitare situazioni imbarazzanti. Vista la sua personalità e il suo ego, non chiediamo al già vicesindaco, consigliere comunale, consigliere regionale, assessore comunale e assessore regionale, di mettere un punto alla sua trentennale attività di pubblico amministratore, ma quantomeno di lasciare nelle casse degli enti che amministra indennità che seppur cospicue per ogni altro cittadino, oltre tre mila euro al mese, diventano oltretutto minimali per chi già gode dei vitalizi regionali.
Sarebbe soprattutto un atto opportuno da chi per anni si è elevato a censore e a giudice morale delle condotte altrui. A tal proposito, ricordiamo in tal senso, che nella storia di questo comune ci sono stati anche amministratori che hanno rinunciato alla propria indennità e che hanno evitato accuratamente di sommarla a vitalizi o retribuzioni da parlamentari.
Sottolineamo che nell’ottica del risanamento dell’Ente ogni contributo è valido, è che 36 mila euro l’anno di indennità percepita da un solo amministratore rappresentano comunque una somma che potrebbe essere spesa altrimenti per la città. Sottolineamo che chi fa incetta di cariche e di indennità non lascia spazi alle nuove generazioni.
Infine, sempre in tema di coerenza, chiediamo come possano coesistere l’attuale assessore Melasecche infuriato perché la città è stata informata per l’indagine avvitata dalla Corte dei Conti con il consigliere di opposizione Melasecche che non si poneva alcun limite e che forse di fronte alla corrispondenza tra Comune e Corte dei conti stranamente secretata nel protocollo del comune di Terni avrebbe chiesto l’invio dei caschi blu dell’Onu”. 

SPA - Ufficio Stampa/Agit

Data aggiornamento della pagina: 31/01/2020