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Teatro Verdi: riparte il dibattito sul Poletti

(ufficio stampa) -  In prima Commissione consiliare si torna a discutere sul Teatro Verdi. Questa mattina è stata ascoltata l’associazione Terni Ideale che ha espresso la sua posizione riguardo la ricostruzione del teatro, mentre il consigliere Michele Rossi (Terni Civica) ha presentato un atto di indirizzo per impegnare la Giunta “a non rinunciare, viste anche le nuove sopraggiunte difficoltà, all’impegno di riaprire il Teatro  G.Verdi e a ridare alla città un teatro degno di questo nome. Ad approfondire i motivi per cui la Soprintendenza ha ritenuto meritevole la tutela sull'intero immobile. Ad avviare un’analisi costi/benefici per definire vantaggi, problemi e costi delle possibili soluzioni, per poter avviare una costruttiva interlocuzione con la Soprintendenza e per poter programmare consapevolmente la futura progettazione del Teatro. Sulla base di tutto ciò a far predisporre un primo progetto di fattibilità, con una idea progettuale per il nuovo Teatro Verdi, che non preveda l’impostazione dell’attuale cinemateatro, che riacquisti possibilmente i volumi del teatro originario per consentire la maggior capienza possibile; tutto questo dovrà necessariamente essere condiviso, secondo il principio costituzionale, di leale collaborazione tra Enti, con la Soprintendenza, tenendo ben presente che l'autorizzazione a modificare o a demolire può essere espressa solo nell'ambito di un accordo Ministero-Comune di Terni, alleggerendo", di fatto la possibile portata del vincolo. Ogni possibilità può essere solo ricercata attraverso un accordo con il Ministero, questo impone inevitabilmente un costruttivo confronto. Nel sereno dialogo tra enti sul tema è indispensabile far comprendere che non sussiste nessuna possibilità di restauro strutturale per questo immobile e che la giusta tutela dovrebbe riguardare le sole parti veramente originali come il pronao. Tutto questo al fine di consentire una progettazione di qualità, per dare finalmente a Terni il suo teatro, nella forma, nella funzionalità, nella bellezza che si merita la città”.
La posizione di Terni ideale rispetto al Teatro è quella espressa dal presidente Giuseppe Belli: “Occorre riconfermare il progetto del Poletti al fine di restituire alla città una identità di cultura. Un punto di ritrovo. Non ci riconosciamo più come città. Noi avvertiamo un senso di distacco dalla stessa. Gli interventi di Piazza Tacito hanno cambiato Terni, come l’intervento sull’istituto Leonino. La sala Ottocentesca del teatro deve rimanere come è. Ho sentito dire un paio di anni fa che sarebbe costato una decina di milioni. Girano cifre che allarmano la città. Noi sono anni che invitiamo l’Amministrazione a fare progetti di fattibilità. Le condizioni del teatro peggiorano di giorno in giorno. Ad oggi c’è  un vincolo posto dalla Soprintendenza. Questo potrebbe essere rimosso solo con una proposta, seria e fattibile. La nostra volontà di restituire ala città un teatro secondo il disegno di Poletti non è una reazione nostalgica la volontà di una parte della città che la stessa possa riavere un teatro di posa e di rappresentazioni, come lo era in passato.  Questo consentirebbe al teatro di essere oggetto di interesse anche da parte di compagnie e di riprese in 3d da  ridistribuite nel mondo, a pagamento con una valenza, quindi, moderna”.
Cristiano Ceccotti (Lega): “Ringrazio l’associazione a nome del gruppo Lega, perché portare il dibattito all’interno di questa assise su una questione così importante per la città come il Verdi, è un segno importante di ascolto per la città. Ridare un teatro a Terni è fondamentale. E’ una delle prerogative di questa Amministrazione, manifestata sia in campagna elettorale sia qui. La questione c’è e la vogliamo affrontare in maniera diretta, con l’ascolto delle persone e dei gruppi. Solo un chiarimento. Avete avuto modo di presentare progetti di massima, avete depositato qualcosa alle amministrazioni precedenti?. E’ importantissimo ascoltare tutti coloro che hanno apportato un contributo di intelligenza ed economico”.
Belli: “ L’associazione Terni Ideale non ha mai avuto la possibilità di estendere un progetto di massima. Avevamo però comunicato più volte alla precedente Amministrazione che se avesse voluto avrebbe potuto sentire una società ternana che avrebbe fatto uno studio preliminare di fattibilità. Se quella tipologia di teatro dal punto di vista normativo poteva essere sostenuto.
Paolo Angeletti (Terni Immagina): “E’ mio dovere ringraziare l’associazione per aver richiesto l’audizione. La ristrutturazione costa un tot al metro quadrato ma noi partiamo da una situazione complicata. Volevo capire all’incontro con la soprintendenza con quelli armi ci andiamo? Con quale strategie? Nell’analisi di fattibilità bisogna mettere anche quelli di gestione. Voglio capire quale strategia abbiamo per riprendere in mano il confronto con la Soprintendenza”.
Michele Rossi (Terni Civica): “ Ringrazio anche io l’importante presenza dell’ing. Belli. Conosco le vicende del Verdi che seguo da circa dieci anni. La chiusura del Teatro e la sua riapertura l’ho sempre pensata come non una riapertura ma come restituzione del teatro  alla città. Quella del Poletti è una battaglia culturale. Non è una battaglia nostalgica o di borghesi ma una battaglia identitaria della città che merita il teatro dell’ottocento. L’apposizione del vincolo va a complicare notevolmente la vicenda. Quello che è mancato in questa vicenda è stata l’ idea del teatro, una idea del progetto. Sono state aperte le porte alle idee ma non si è mai proposto un progetto da portare all’attenzione alla Soprintendenza. Mi pregio del fatto che sono stato io a portare all’attenzione della discussione della commissione, oggi, un atto che ripercorre le vicende del teatro. E’ imprescindibile al percorso un dialogo con la Soprintendenza, presentare un progetto. Progetto di teatro e non di cinema. Ci sono state importanti aperture da parte della Soprintendenza evidenziate dai media. L’ Amministrazione deve presentare un progetto e su questo discutere.  L’atto da me presentato invita l’Amministrazione a proporre il progetto di fattibilità, che non prenda l’impostazione del cinema teatro ma solo del teatro e tutto questo deve essere condiviso con la Soprintendenza in modo chiaro e trasparente. Sono convinto che un approccio rispettoso dei ruoli ci potrà portare a percorrere un percorso chiaro che in altre città come Rimini e Forlì è stato più facile portare. Qui alcune mentalità hanno ostacolato il percorso. Occorre trattare con la soprintendenza e restituire alla città un teatro ottocentesco possibilmente il Poletti.
Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Ringrazio anche io i rappresentanti. Il compito delle forze politiche è quello di sostenere qualsiasi realtà che va a sbloccare la situazione. Io mi affido a quello che sarà la valutazione dei tecnici . Questo non deve diventare motivo di paralisi e non fossilizzarsi su una o l’altra scelta. Piuttosto che portare avanti una sintesi, noi dobbiamo prendere una decisione su questa diatriba polettiana che non porta a nessuna conclusione. Sostengo la battaglia culturale ma è necessario intraprendere una strada sicura che porti alla realizzazione del Teatro”.
Francesco Maria Ferranti (FI): “Ringrazio sia la presidenza della commissione sia  la presenza dell’associazione che  aiuta nel contributo del percorso che è quello di redigere un atto unanime che porti alla Soprintendenza. Dobbiamo andare verso uno studio di fattibilità e la presentazione di un progetto di massima con un intento che sia unanime.
Terni Ideale: “ Noi avevamo anche trovato chi avrebbe fatto il progetto di fattibilità che sarebbe costato 20 30 mila euro. Abbiamo detto tutto alle precedente amministrazione. Speso per progetti poi abbandonati. Noi possiamo cercare di capire se il nostro interlocutore di allora, è ancora interessato a fare questo studio a costo zero per l’Amministrazione. La nostra proposta non vuole spaccare la città. Noi abbiamo portato un progetto per la sala spettatori. Perché per la torre scenica seguirà la normativa. I teatri storici in Umbria sono sati ricostruiti tutti. Almeno 20 comuni hanno ricostruito da zero il loro teatro storico. Non è una questione borghese ma solo l’intenzione di riacquisire i nostri valori storici dell’800. Vogliamo riproporre l’identità. Risanare una ferita che dal dopoguerra è stata fatta costruendo una sala cinema in un teatro dell’800. L’identità culturale è fondamentale. Il teatro ottocentesco ha una idea gestionale futurista. Con gli impianti tecnologici di ultima generazione che fanno riprese e vendita su piattaforme digitali. Scommessa per il futuro.
Michele Rossi (Terni Civica) espone l’atto di indirizzo. “Dalla presidenza dei capigruppo è emersa la volontà di lavorare a questo atto con il consigliere Angeletti e abbiamo proposto l’atto di commissione. Questo è un atto che indica il percorso da fare, delinea la necessità di uno studio di fattibilità, di una concertazione con la Soprintendenza, una atto che delinea gli inenti del consiglio comunale”.
Sara Francescangeli (Lega) presidente 1 commissione: “Vorrei impegnare a far sedere ad un confronto la soprintendenza”.
Patrizia Braghiroli (M5s): “Mi farebbe molto piacere ascoltare l’assessore alla cultura. Avrei piacere di sentire le sue idee a riguardo”.
Cristiano Ceccotti (Lega): “Ringrazio i gruppi politici che hanno lavorato a questo tema su un tema centrale per la città. L’atto di indirizzo dimostra la centralità dell’amministrazione di prendere posizioni chiare. L’atto è strutturato in maniera idonea. Possiamo chiedere come commissione la presenza della soprintendenza. Oggi cerchiamo di licenziare nella sua interezza l’atto”.
Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Quello che vorrei fosse sottolineato è che impegneremo la giunta a fare uno studio di fattibilità per poi andare a valutare con la Soprintendenza. Vorrei capire la posizione di questa. Non c’è nessuna possibilità di un restauro strutturale fatto ad eccezione per le parti che vengono messe in evidenza nell’atto”.
Sara Francescangeli (Lega): “Io credo che l’atto posa recepire queste indicazioni”.
Michele Rossi (Terni Civica): “Non si può andare alla Soprintendenza senza uno studio di fattibilità. In questa fase noi dobbiamo coinvolgere gli organi preposti. Il coinvolgimento della commissione o del consiglio potrà avvenire dopo. In questa fase convocare ufficialmente la soprintendenza la vedo come forzatura che potrebbe costarci la buona riuscita delle nostre intenzioni. Noi diamo alla giunta il potere di gestire questa cosa. Partire dall’idea di teatro e piena libertà alla giunta di trattare con la Soprintendenza.
Francesco Maria Ferranti (FI): “Io invece penso che bisogna andare dalla Soprintendenza con una idea comune. Facciamo un atto di indirizzo dicendo le cose che sono scritte nell’atto, unanime e sulla scorta di quello la giunta andrà a parlare con la Soprintendenza”.
Andrea Giuli, assessore alla Cultura: “Non vorrei intervenire e dire la mia per partecipare alla fiera delle confusioni e delle banalità. Ho delle Interlocuzioni e competenze diverse rispetto all’assessore ai lavori pubblici. L’assessore alla Cultura, visto che mi è stato chiesto, vorrebbe un bel teatro degno di questo nome, dove svolgere reading di alta poesia e concerti. Io ho una idea astratta, teorica ma che a questo punto auspico alla realizzazione di un teatro possibile, che ci diranno i fatti, se  attraverso il confronto con gli organi tecnici preposti, sarà possibile realizzare. Noi amministratori dovremmo avere delle opzioni da offrire alla città.  Dobbiamo assumere delle decisioni, anche se complicate, come credo che stia accadendo. La Soprintendenza non è un soggetto tenero. Dobbiamo cercare una ulteriore mediazione anche attraverso un atto di indirizzo che, debbo metabolizzare. Possiamo porre e proporre una opzione altra, che sia una soluzione intermedia tra le posizioni già esaustivamente descritte, in modo da avere una seconda possibilità. Vorrei un incontro con la Soprintendenza che non avvenga  in una arena e ritengo che possa essere fatto. Noi insieme a voi dovremo prendere una decisione in tempi ragionevoli. Non capisco un piffero in termini di urbanistica, riqualificazioni e ricostruzioni ma questo tema ha implicazioni architettoniche ed economiche, oltre che effetti su molti aspetti della vita della città. Non credo che tutte le ricostruzioni hanno costi uguali. E credo che anche attraverso un atto di indirizzo meglio congegnato possiamo insieme avviarci ad una scelta. Penso che Terni abbia bisogno di una scelta. Mi dispiace se qualcuno può essere dispiaciuto di questa mia posizione”.
Enrico Melasecche,  assessore ai L.L.P.P: “Ribadisco alcune cose che ho sempre detto. Il Verdi è un tema fondamentale di questa città. Noi dobbiamo proporci un obiettivo: non perdere tempo. Non vogliamo ricominciare la discussione dall’inizio. Vorrei un teatro di prestigio entro tempi brevi sicuro dal punto di vista sismico. Il concetto di bello è soggettivo come lo è per l’uomo di cultura e per l’uomo più tecnico. Un teatro che sia capiente. Continuare a proporre teatri belli ma piccoli, come quello a palazzo Primavera, come il Secci o il Gazzoli, non è possibile. Un teatro di cui essere orgogliosi, compatibile con le necessità economiche.  Io sono in contatto con il Ministero, la Soprintendenza tramite persone di livello professionale e istituzionale. Il Teatro Verdi, borghesia o non borghesia, ha rappresentato in tutte le categorie sociali, il luogo di raccoglimento e passione culturale ed è stato il luogo di incontro anche delle classi sociali meno abbienti. Nel ricreare il nuovo Verdi, se vogliamo mettere nuove tecnologie poco importa se sarà un teatro cinema o teatro teatro. Quando il progetto architettonico era già definito, la soprintendenza non ha accettato. Io ho cercato di ammorbidire questa posizione per tentare dopo l’approccio prefettizio nel rispetto dei diversi ruoli delle diverse istituzioni. Io non posso dare a chiunque l’incarico di un progetto di fattibilità. I paletti sono o fare un teatro polettiano o non farlo in questi termini. Come fa a decidere una commissione su una idea progettuale senza capire quello che vogliamo e quello che vuole la Soprintendenza?. E’ chiaro che quello che dice l’attuale bozza di atto è chiarissima Vuole un teatro Polettiano. E pone dei problemi a chi ci ha detto che deve rimanere un cinema teatro. Mai la Soprintendenza ci ha detto che deve avere funzioni di cinema ma che deve mantenere la struttura di Lucioli, sì, cioè la struttura di un teatro cinema. Il ragionamento della Soprintendenza deve rimanere la testimonianza della storia degli anni 45-50 e del post bellico. Io voglio far scoprire le carte a chi poi deve fare gli accordi con noi nel rispetto delle persone e dei ruoli istituzionali. Il confronto istituzionale deve essere fatto su di un atto e di una idea condivisa. Non dobbiamo dividerci su Poletti o su non Poletti, altrimenti falliamo in partenza. Chiediamo la riduzione del vincolo magari con delle firme. Una volta tolto il vincolo ci confronteremo in città, magari con un referendum. Spendere dieci milioni che non abbiamo per un teatro che non è adeguato simicamente non ha senso. Stiamo interloquendo con la soprintendenza”.
Patrizia Braghiroli (M5s): “Quindi su quale idea vi confronterete?”
Enrico Melasecche: “Voglio capire fino a dove possiamo spingerci relativamente a quello che chiede l’atto. Torre scenica spostata verso sant’Agape. Acquisizione di nuovi volumi. Per la sala, ricostruirne una in cemento armato, più sicura e capiente possibile e, possibilmente con una estetica bella. E di una camera coperta e sala prove. Economicità, confronto democratico, salvaguardia dell’estetica, ecco quello che chiedo”.
Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Sono d’accordo Melasecche, vediamo se c’è la possibilità di votare questo atto”.
Michele Rossi (Terni Civica): “Essendo io il proponente dell’atto chiedo una sospensione e chiedo di lavorarci insieme”.
Paolo Angeletti e Patrizia Braghiroli  richiedono il rinvio  della commissione.
Valdimiro Orsini (Pd): “Condivido molte delle considerazioni fatte. L’obiettivo comune è quello di avere un teatro in tempi rapidi siamo fermi al palo da troppi anni. C’è questo discorso del vincolo. Io partirei da qui. Bisogna partire dal confronto con la Soprintendenza e poi aprirsi al confronto con la città”.
Cristiano Ceccotti (Lega): “Ringrazio la collega per poter approfondire questo aspetto ma ho avuto modo di sentire la fermezza della giunta l’idea è quella di avere un nuovo e bel teatro nel tempo minore possibile. Io da amministratore ho avuto modo di confrontarci con la Soprintendenza che ha modi e temi particolare ma ogni ente ha un ruolo che va rispettato. Per il mio gruppo politico possiamo sia sospendere sia votare l’atto perché vedo la buona volontà di lavorare insieme. Il vincolo è stato messo su un parere tecnico dell’amministrazione su una istruttoria. Alla luce di quel parere la buna amministrazione si metterà al tavolo e cercherà di risolvere”.
Michele Rossi (Terni Civica): “Per non tornare qui a mani vuote io invito la commissione a lavorare all’atto. Sono disponibile a rivederlo e limarlo insieme alle altre forze politiche e a trovare la strada più giusta per definire un percorso. La ratio dell’atto è progetto di fattibilità, incontro soprintendenza, confronto con la città. Non sono aperto ad altre soluzioni”

 

 

Data aggiornamento della pagina: 01/02/2019