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"Sul Verdi no a diktat della burocrazia"

(ufficio stampa) – Discusso - ma decisione rinviata a una prossima seduta -  in 1° commissione l’atto di indirizzo presentato dal capogruppo di Terni Civica Michele Rossi, sul teatro Verdi per impegnare sindaco e giunta a trovare una soluzione condivisa con la Soprintendenza al fine di superare le difficoltà legate al vincolo posto nel 2015 che riconosce l’edificio come bene culturale. L’atto chiede che l’Amministrazione non rinunci all’impegno di riaprire il teatro e avvii un confronto costruttivo con il Ministero su un nuovo progetto. 
“Ho presentato l’atto il 3 gennaio - dichiara Michele Rossi (Terni Civica) - e oggi riporto la discussione in commissione. Solo recentemente siamo venuti a conoscenza dell’esistenza del vincolo sul Verdi, frutto di un iter avviato nel 2015, vincolo peraltro obbligatorio ai sensi del D.lgs n.42 del 2004. La ratio è prendere atto del vincolo, che non può essere rimosso, ma anche della possibilità di ragionare con la Soprintendenza che aspetta da noi un’idea progettuale. Bisogna portare a casa la partita con dei modi di rapportarsi diversi. Ieri c’è stata una buona apertura da parte della Soprintendenza che chiede un’idea progettuale per poter iniziare a ragionare insieme. Dobbiamo sottostare a un parere superiore al nostro e portare a casa un risultato mettendoci a tavolino. L’assessore vada a Perugia con una proposta e su quella discuta”
“Il tema è complesso - dichiara l'assessore all'Urbanisca Enrico Melasecche - ho letto l’atto, che in parte condivido, ma voglio sgomberare il campo da inutili polemiche. La città deve essere unita su questo tema per conseguire un risultato a cui tutti teniamo. La questione del vincolo è emersa con una lettera del funzionario al Patrimonio che richiedeva la verifica della sussistenza l’interesse culturale sul bene. Il vincolo è relativo non solo alla parte antica, ma purtroppo è esteso a tutta la parte novecentesca. La Soprintendenza, in questa vicenda lunga 10 anni, ha autorizzato l’abbattimento di una parte, mentre un'altra parte coeva, costruita con una muratura incerta e di nessun pregio, è rimasta bloccata. Questa amministrazione, costretta a lavorare in una situazione di assoluta emergenza, ha esaminato la questione e chiesto vari incontri con la soprintendente per aprire una collaborazione. Il tema urgentissimo era quello della costruzione dell’edificio in via del Vescovado. Ci siamo quindi incontrati aprendo tanti altri temi che attendono risposta da anni, tra i quali il Verdi. Intanto, mi sono mosso e ho fatto una ricognizione dei finanziamenti a disposizione, ma anche del denaro speso fino ad oggi per questo. Durante l'incontro ho spiegato che la città è divisa tra chi vuole recuperare il vecchio progetto Poletti e ho specificato che a noi interessa riavere il Verdi, Poletti o non Poletti. La risposta della Soprintendenza è stata un no secco al Poletti, categorico, negando del tutto la possibilità di ritorno al progetto originario. In sostanza ci è stato detto no nella maniera più assoluta, che bisogna lasciare tutto com’è, che la galleria deve rimanere com’è a meno che non si verifichi l’esistenza di problemi per l’antisismicità, allora si può ricostruire la galleria, ma rifacendola uguale. Non credo che Terni si debba indebitare ulteriormente per lasciare tutto così com’è, andando a consolidare con un altro progetto, per mettere elementi in cemento armato a tenere in piedi una struttura fatiscente, per ottenere semplicemente un miglioramento sismico. Andremmo così verso un percorso che non piace a nessuno, senza parlare poi della spesa. Una burocrazia che obbliga alla conservazione di cosa? Non facciamo questioni ideologiche se c’è di mezzo il bene della città, io sono al servizio della città, io eseguo quello che il consiglio comunale mi mette per iscritto. Possiamo tranquillamente spendere soldi, che non abbiamo, per consolidare il teatro, perchè questo è quello che la Soprintendenza ci impone. Dobbiamo valutarne però anche le conseguenze". 
“Su questo tema ci vorrebbe uno studio di fattibilità - afferma il consigliere Paolo Angeletti (Terni Immagina) - per capire in quale direzione si può andare. L’atto di indirizzo è assolutamente condivisibile. Il Soprintendente esprime opinioni di principio, l'esperienza mi ha insegnato che prima il problema va affrontato con il funzionario e, dopo aver trovato una soluzione, si sottopone la questione al Soprintendente”. 
“lo chiedo all’assessore che cosa l’Amministrazione vuole fare di questo nostro teatro - interviene Patrizia Braghiroli (M5s) - riguardo all’atto di indirizzo ho un po’ di perplessità perché, sulla parte relativa agli impegni di sindaco e giunta, mi sembra contorto e generico, oltre che superfluo. Mi pare di aver capito che i no della Soprintendente sono solo verbali, io mi fido solo di ciò che è scritto nero su bianco. Vogliamo sottometterci e ristrutturare il cinema teatro e riconsegnare il Verdi alla città magari nel giro di due anni, o provare ad avere la formalizzazione di quanto affermato dalla Soprintendente attraverso un parere preventivo scritto? In questo secondo caso è necessario presentare un progetto di fattibilità, sottoporlo alla Soprintendenza e ricevere su questo un parere. Bisogna però prima capire cosa vogliamo fare”.
“Il discorso sul Verdi va affrontato, aggiunge Alessandro Gentiletti (Senso Civico). Credo che su questi temi si debba parlare di sostanza anche attraverso un Consiglio comunale aperto che Senso civico è disposto a chiedere. Non c’è intenzione di strumentalizzare, io dico andiamo avanti e procediamo e se l'atto può contribuire a sbloccare la situazione ben venga. Si può pensare anche a un’audizione della Soprintendente".
“Concordo sulla necessità di approfondire e di non andare a scontri totali - interviene Francesco Maria Ferranti (Fi) - ma il cinema teatro non è una cosa da preservare, questa è l’impostazione che deve dare il Consiglio comunale.”  “Credo che la questione dirimente sia capire se abbiamo ancora uno spazio di manovra nei rapporti interlocutori con la Soprintendenza - dichiara Orlando Masselli (Fdi) - se lo spazio c’è e i tempi sono certi, percorriamo questa strada. Dico una cosa in più: ai ternani abbiamo detto che avremmo riaperto il Verdi, facciamo in modo che si prenda una decisione, il prima possibile".
Giulia Silvani (Lega): “E’ evidente che più andiamo avanti, più il discorso si fa complesso. Ritengo opportuno un rinvio dell’atto e un approfondimento anche attraverso la ricostruzione dell'intero iter amministrativo".

 

 

Data aggiornamento della pagina: 21/01/2019