Notizia

"Sul casale di via San Bartolomeo aspetti da approfondire"

(ufficio stampa) - La 1° commissione consigliare ha deciso, con un solo voto di astensione Federico Pasculli (M5s), di approndire la vicenda del vincolo di un casale in via San Bartolomeo. Un approfondimento che ha preso il via dalla richiesta di Michele Rossi (Terni Civica) che in aula ha anche mostrato una foto dell'ampio immobile. La discussione sul pregio del  fabbricato è stata anche una occasione per una discussione sul ruolo della Soprintendeza in merito alla salvaguardia del territorio e degli edifici di pregio.
All'ordine del giorno la modifica provvedimento di vincolo, di competenza comunale, di beni culturali sparsi  per il casale in territorio agricolo loc. San Bartolomeo.  In fase di illustrazione dell'atto da parte del tecnico comunale è stato reso noto che esiste una sentenza del Tar, non appellata dal Comune, che sostiene che il bene, quantomeno dal punto di vista giuridico, non rientra nella categoria di beni culturali sparsi. Per Michele Rossi (Terni Civica):"Gli atti sono incompleti, mancano le foto. Prima di togliere il vincolo occorre approfondire. Ho forti dubbi, potrebbe trattarsi di un edificio costruito sopra i resti dell’eremo di San Bartolomeo. Vorrei visionare atti, planimetrie, immagini. Abbiamo il dovere di tutelare i beni, anche facendo ricorso al Tar. Si potrebbe far intervenire la Soprintendenza che  a sua volta potrebbe, in qualsiasi momento, apporre il proprio vincolo, anche se sono scaduti i termini".
Alessandro Gentiletti (Senso Civico), Lucia Dominici (FI), Giulia Silvani (Lega) si sono detti favorevoli all'approfondimento. Sulla stessa posizione la consigliera Anna Maria Leonelli (Lega), che ha espresso preoccupazioni per tutto il contesto agricolo della zona anche perché "non si tratta della gestione di una abitazione residenziale ma c’è di mezzo una immobiliare".
Più complessa la posizione di Orlando Masselli (FdI) che pur dicendosi favorevole all'approfondimento si è detto nettamente contrario a una chiamata in causa della Sovrintendenza: "Nessuno è così sciocco da fare un intervento per deturpare un bene. Un bene che ha una sua storia in quanto villa padronale del barone Franchetti. Sono comunque contrario a ricorrere all’intervento della Soprintendenza in quanto l'approccio di questo soggetto è quello di vietare investimenti importanti per il nostro territorio e questo ha già prodotto tanti danni economici ed occupazionali. Nella situazione attuale del mercato immobiliare una struttura del genere è di difficile collocamento. Se il privato cittadino avesse voluto sfruttare in maniera più selvaggia quella zona, avrebbero potuto farlo con richieste differenti". Per Paolo Angeletti (Terni Immagina): "La soprintendenza unico organo in grado di tutelare i beni storici e architettonici". Per Michele Rossi: "Il ruolo della Sovrintendeza è elemento di garanzia per tutti".
 

SPA - Ufficio Stampa/Agit

Data aggiornamento della pagina: 07/11/2018