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"Rispetto per la sanità ternana, servizio essenziale"

(ufficio stampa) - Questa mattina, nella sala del consiglio comunale, la 2° commissione consigliare ha dato luogo all'audizione dell'assessore alla sanità Luca Barberini, dei vertici della Asl e dell'Azienda Ospedaliera. Presenti anche le rappresetanze sindacali e professionali del mondo della sanità.
”C’è stata tempestività sull’audizione, il consiglio comunale ha approvato un apposito atto di indirizzo giovedì scorso - dichiara il presidente della commissione Orlando Masselli -  entrando nel merito ritengo che il confronto odierno fra le forze politiche e sociali della città con l’assessore Barberini e i dirigenti della Asl e dell’azienda ospedaliera, quanto mai necessario, abbia posto le basi per un monitoraggio puntuale di quelli che saranno gli impeegni che l’attuale maggioranza di governo regionale ha assunto per questo territorio. La nostra attività di commissione prosegue su questi temi con l’audizione la prossima settiama delle organizzaioni sindacali dei medici. Mi sento di dichiarare che l’attenzione mia e dei commissari non si spegne oggi su queste tematiche che rappreesentano uno dei temi di dignità civile di questa comunità".
L'assessore regionale, nel suo intervento, ha trattateggiato le politiche regionali sanitarie, ha parlato degli standard raggiunti e si è soffermato in particolare sugli investimenti effettuati nel territorio ternano, sull'azienda ospedaliera, sia per quanto riguarda gli ammodernamenti strutturali, tecnologici e sul personale: “Il primo tema - ha detto Luca Barberini - è che il sistema sanitario nazionale riesce, nonostante tante difficoltà, a garantire quella qualità obiettivo della legge istitutiva. Il nostro Paese è tra i principali per l’offerta sanitaria. L’Umbria pur essendo una piccola regione è tra le prime per i risultati conseguiti soprattutto nel rapporto qualità costi, cresciamo anche in termini di servizi. Siamo tra le prime tre regioni. Il costo dei farmaci innovativi è  di ulteriori 20 milioni. Occorre un incremento del fondo sanitario nazionale. La scelta della regione è quella di efficentare, puntare sull’innovazione tecnologica, qualificare ulteriormente i servizi. Approvato alla fiine del 2015 il piano della prevenzionale. Nel primo semestre del 2019 tutti gli strumenti di programmazione saranno funzionanti. Riscrittura dei regolamenti definendo standard e rette".
"Il piano sanitario regionale - ha proseguito l'assessore -  non tocca minimamente le organizzazioni delle strutture ospedaliere, la nostra comunità regionale potrà continuare ad utilizzare le due aziende ospedaliere, Terni e Perugia. Nessun depotenziamento. Incremento di oltre 90 unità di personale. L’azienda di Terni è quella autorizzata al maggior numero di incremento delle risorse, altre 122 risorse umane. Adeguamento tecnologico che nel solo 2018 ha visto procedure concluse per 5 milioni e che ne ha viste avviate per altri 6 milioni. Nell’azienda ospedaliera aumentano gli interventi, il valore delle attività passa da 126 milioni a 130 milioni . I lavori realizzati nel blocco operatorio per aumentare del 20% l’operatività. 400 mila euro per il pronto soccoroso, in corso trasferimento della radiologia per 2 milioni, completamento dei lavori al terzo piano per il trasferimento della pediatria per 600 mila euro, trasferimento della oncoematologia, completamento dei lavori del sesto piano.
Sull’azienda ospedaliera noi non abbassiamo la guardia,  per l'ospedale di Terni il  20% dell’attività viene fornita a chi viene in Umbria perché sa che trova qualità.  L'indice di attrazione di Terni è superiore a quello di Perugia. Numeri confermano l'attenzione. Terni ospedale di alta specializzazione e di territorio.
Conferma dell’ospedale di Narni-Amellia, di bassa complessià, riservando all’azienda ospedaliera di concentrarsi sull’alta complessità.  Conferma della città della salute che concentri tutte le attività dislocate sul territorio. Nell’alta specializzazione nulla cambia Occorre sforzo innovativo per collaborazione delle equipe per aumentare la qualità e per arrivare alle soglie minime previste del piano nazionale. Preoccupazione di carattere nazionale, questo è un paese che non ha saputo fare la programmazione della classe medica, negli ultimi 15 anni abbiamo un deficit tra entrate e uscite. Mai poste limitazioni turnover”.
Alessandro Gentiletti (Senso civico) : “Apprezzato intervento assessore chiedo ragguagli sulla tempistica per la città della salute.
Segio Armillei (Lega): “Bisogna essere più chiari sulle discipline di alta specializzazione e sugli accorpamenti in vista del rispetto delle quote minime degli standard nazionali. L’azienda di Terni è tra le prime otto di Italia. Noi siamo contro qualsiasi riduzione di unità operative chirurgiche ad alta specialità e al loro decentramento a senso unico verso altri nosocomi, siamo contrari ad accorpamenti con direzioni accentrate in uniche sedi, alla spersonalizzazione delle figure professionali costrette probabilmente con questo Psr a un lavoro monotematico e demotivante. Sulla Città della salute vorremmo una risposta definitiva ed esustiva con un indirizzo certo da parte della regione su come affrontare e definire la questione una volta per tutte".
Claudio Fiorelli (M5s): “Verba volant scripta manent pur ascoltando le rassicurazioni date dall’Assessore la lettura della bozza del Piano Sanitario Regionale 2019-21 lascia poco all’interpretazione. In tale bozza, infatti, si parla a chiare lettere di accorpamenti e di unificazione di reparti ed ospedali sulla base di criteri che, a mio modo di vedere, porterebbero ad un’inevitabile depotenziamento dell’ospedale di Terni nel momento in cui si utilizza il volume dell’attività sanitaria - il numero degli interventi per intenderci-  come parametro dirimente per definire la localizzazione del centro di riferimento. E’ innegabile che Perugia parta avvantaggiata sia perché, come capoluogo di Regione, ha un bacino di utenza più esteso nonché un’Università che interviene a pieno regime, sia perché, fino ad ora, la Regione ha innegabilmente lavorato per sviluppare prevalentemente una parte dell’Umbria lasciando le briciole alla provincia di Terni.
A questo si aggiunge il momento particolarmente fragile per l’azienda ospedaliera di Terni la quale vede allontanarsi i principali attori dell’Alta Specializzazione: il cardiochirurgo  Pardini andrà in pensione il primo di febbraio; la professoressa Liberati, oncoematologa, in via di pensionamento; il neurochirugo Carletti già ha lasciato il nosocomio ternano per lavorare in Toscana; il professor Puma, chirurgo toracico di fama internazionale, che prima lavorava a Terni ora esercita a Perugia.
E’ innegabile che una situazione del genere crea incertezza che non può essere sopita solo dalle parole. Quella che viene proposta come accorpamento al fine di efficientare la sanità regionale rischia, in ultimo, di avere l’effetto contrario a causa proprio della diversa tipologia dell’utenza delle due strutture ospedaliere umbre.
Il nosocomio ternano ha una forte attrattività verso la parte laziale confinante (si stima una mobilità attiva di circa il 20% a fronte di un 9% del perugino), utenza che verrebbe sicuramente persa nel momento in cui si depotenziasse l’Az. Ospedaliera dato che il paziente del reatino o del viterbese sarebbe più propenso nell’andare a Roma rispetto Perugia.
Questo dimostra come non si possa considerare l’unificazione delle due aziende al fine di eseguire la semplice somma algebrica dei rispettivi pazienti. In questo caso la somma determinerebbe un risultato marcatamente minore con il risultato ultimo di non raggiungere, in ogni caso, quei livelli di sicurezza minimi definiti per legge.
Secondo i dati del 2017, infatti, a Terni sarebbero stati effettuati 93 interventi di bypass aorto-coronarico mentre a Perugia 94. Anche se si sommassero aritmeticamente i due volumi non si raggiungerebbe in ogni caso la soglia minima di sicurezza (200 interventi) richiesta dalla legge.
Cosa si dovrebbe fare in questi casi? Chiudere i due centri perché inefficaci? Una cosa impensabile.Si è parlato, inoltre, di investimenti già fatti per lo sviluppo dell’Az. Ospedaliera. Nello specifico la Regione ha stanziato circa 40 milioni di euro per la parte strutturale mentre circa 20 milioni sono stati erogati per l’aggiornamento tecnologico.
Quelli che l’assessore considera investimenti per Terni, il sottoscritto chiama fondi dovuti, anche in ritardo, affinché si eviti la chiusura dell’Ospedale, tuttora inadempiente, ai fini della legge sulla sicurezza. Tali investimenti, quindi, hanno la solo funzione di mettere in regola una struttura che ad oggi non ha ancora l’agibilità sulla sicurezza, ma che prosegue con continue deroghe concesse.
Anche l’argomento dell’aggiornamento tecnologico delle attrezzature sanitarie, seppur necessario, viene ridimensionato dal fatto che si inserisce in una struttura obsoleta, spesso supportata da personale che dovrebbe utilizzarlo ma insufficiente di numero. Su questo frangente i dati che arrivano all’assessore stesso sono quanto meno contrastanti la realtà. Da una parte si assiste ad una riduzione del volume degli interventi chirurgici per mancanza di anestesisti (un esempio su tutti), dall’altra si evince dal documento del fabbisogno di personale redatto dalle aziende stesse, una situazione nella quale il personale risulta completo".
Franesco Filipponi (Pd): “ Città della salute la possibilità di finanziamento diretto. C’è stato un ritardo ma oggi c’è una certezza sul finanziamento. Al momento il piano regionale sanitario non c’era,  la relazione dell’assessore regionale supera le sciocchezze di questi giorni,  prima fra tutti quella che ci sarà una unica azienda ospedaliera.  Sull’organico c’è stata una battaglia lunga un anno e mezzo, che ora viene colmata con il riconoscimento del fabbisogno. Ora c’è il tema delle quote da distribuire negli anni, su questo chiedo delucidazioni all’assessore".
Lucia Dominici (Fi): "Non posso negare che l’audizione dell’assessore ci ha per molti aspetti confortato, ma è altrettanto evidente che molti dubbi e timori permangono. Ho sentito subito precisare che il psr non toccherà l’organizzazione delle strutture delle aziende, che non ci saranno depotenziamenti, ma in un primo momento l’assessore parla di due aziende, per poi concludere l’intervento parlando di una azienda con due presidi. È inutile nascondersi, nel piano si parla di accorpamento delle due aziende ospedaliere con un unico organo di indirizzo. Altro dubbio è rappresentato dall’integrazione che dovrà sussistere tra le aziende e gli ospedali di territorio. L’ospedale di Perugia ha a sua disposizione gli ospedali di Assisi, Castiglione del Lago, media valle del Tevere. L’azienda ternana ha l’ospedale unico di Narni e Amelia che, è agli occhi di tutti, conta una grande deficit strutturale e grande carenza di organico. Quindi, forse, dopo decenni è il caso di fornire delle date per chiarire finalmente quando verrà realizzato il nuovo ospedale di Narni Amelia e su questo spero nel rispetto dei tempi indicati dal direttore Fiaschini. Sulla sede dell’azienda sanitaria non c’è niente altro da aggiungere, deve essere assegnata a Terni.
Grandi perplessità permangono sul tema dell’alta specialità. L’assessore dichiara che è intenzione di mantenerla nella nostra azienda, ma anche in questo caso si ricade nel problema dei volumi e Terni, sappiamo bene, non ha i numeri di Perugia. Quindi se rimaniamo sulla lettera del Psr, le conseguenze non potrebbero che essere nefaste, nonostante le rassicurazioni iniziali. La speranza è che l’incontro con l’assessore che ha visto coinvolti non solo i gruppi politici ma anche le associazioni e le organizzazioni sindacali sia stato da monito e una opportunità di contatto delle istituzioni con il territorio ed i cittadini ternani, da tempo trascurati, e che sia stato proficuo ai fini della stesura definitiva del piano e che recepisce le nostre istanze".
Michele Rossi (Terni CIvica): “La città di Terni merita attenzione, quella attenzione che secondo tanti cittadini non c’è stata, la città è stata sempre in attesa di quelle strutture, pretendiamo che su temi fondamentali come l’alta specializzazione ci siano i fatti. Ci sono enormi criticità nell'ospedale di Terni, una struttura con più di  50 anni, gravi criticità strutturali, con interventi spot, non un piano organico di ammodernamento, ci sono reparti che attendono da anni di essere ammodernati. Ci sono ancora camerate da sei posti, privi di attacco di ossigeno. Quersta città si merita una riorganizzazione dei servizi dell’ospedale, esiste un problema gestionale, con una leadership lungimirante perché ci sono profonde fratture tra il personale e la dirigenza e a farne le spese sono i pazienti. Il tema dell’ata specializzazione, messa a rischio per i pensionamenti e la fuga del personale. Crescente preoccupazione, demotivato il personale. Ci dica se è vero che si vuole concentrare l’alta specializzazione su Perugia, per far lavorare una strtuttura che è stata edificata  con un grande dispendio economico di risorse di tutta la regione e si sta rivelando sovradimensionata. 17 anni  di promesse per la città della salute di Terni.Ma stavolta da questa parte non ci sono politici silenti e subalterni a cui promettere carriere di successo altrove ma persone che semplicemente amano la città e sopratutto capaci di mobilitare l'intera città su questi temi per aprire quello che è giusto aprire se sarà necessario. Quella vertenza Terni contro una Regione sempre più impegnata a concentrare nel capoluogo ruoli, funzioni e competenze al fine di poter rivendicare per Perugia, nell’eventualità della costituzione delle macro regioni, la sede istituzionale e amministrativa di riferimento per Marche, Umbria e Toscana".
.Sul tema è intervenuto il sindaco Leonardo Latini: “Su queste tematiche c’è una piena sintonia dell’assise cittadina ternana, la regione di questo ne deve prendere atto. Oggi abbiamo visto che c’è un ‘ampia condivisione di tutte le forze sociali, c’è il pieno coinvolgimento di tutti i corpi intermedi. Una preoccupazione tangibile. Il piano sanitario regionale deve essere condiviso, gli stakeholder dovevano essere individuati magari prima, gli enti locali. Difendere i presidi sanitari è una difesa di civiltà. Abbiamo una intera città che esprime preoccupazione e che chiede risposte. Le preoccupazioni sollevate permangono, c’è un rischio oggettivo del depotenziamento della azienda ospedaliere locale. C’è una volonta di accorpare le strutture di alta specializzazione, non c’è scritto che si va verso una unica azienda ospedaliera ma, nei fatti, si va verso questo. Accentramento dei posti apicali al di fuori dei confini della nostrea provincia, Chiediamo certezze. Chiediamo parole e soprattutto documenti chiari. Chiediamo due aziende ospedaliere di alta specialità integrata con gli ospedali territoriali, due Asl,  una naturalmente con sede a Terni. La città della salute è una buona notizia, ma sarebbe opportuno un crono programma e un tavolo comune. L’ospedale di Terni è la struttura ospedaliera più vecchia dell’Umbria. Costi di gestione, di manutenzione ordinaria e straordinaria alta.  Oggi c’è stata tanta partecipazione e condivisione perché dietro queste preoccupazioni si muoveranno delle battaglie e su queste si muoveranno tutti i cittadini a prescindere dalla appartenenza politica, nessuno di noi farà un passo indietro”.
L'audizione si è conclusa con la replica dell'assessore regionale che, avvalendosi anche del direttore amministrativo dell'azienda, ha sostenuto che i posti da primrio andati scoperti hanno visto l'arrivo di nuovi professionisti o sono oggetto di procedure concorsuali. Ha fatto il punto della situazione del cronoprogramma per la Città della salute e dell'ospedale di Narni-Amelia che dovrebbe essere struttura di supporto all'Azienda di alta specializzazione.
 

SPA - Ufficio Stampa/Agit

Data aggiornamento della pagina: 28/01/2019