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Consiglio comunale, adottato il regolamento per la Consulta degli Immigrati

(Direzione Generale/Uff. Stampa) – Con 23 voti a favore, 4 astensioni (Biscetti, Brizi, Fatale e Ventura), il consiglio comunale ha adottato ieri sera il nuovo regolamento della Consulta comunale degli immigrati, rifugiati ed apolidi. In precedenza il consiglio aveva anche votato un emendamento che metteva insieme le proposte emendative scaturite dalla conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari con altre di carattere prevalentemente tecnico emerse durante il dibattito, da parte dei gruppi della Lista Baldassarre e del Pdl. L’emendamento complessivo è stato approvato con 25 voti a favore e uno contrario (Ermanno Ventura del Pd).
Presentando l’atto l’assessore Stefano Bucari ha brevemente ricordato l’ampiezza del fenomeno immigrazione in città dove oggi ci sono 11.940 stranieri residenti, con 79 etnie.
“La vitalità e lo sviluppo del territorio non possono che passare attraverso l'integrazione. Una situazione che ci obbliga a condividere una nuova progettualità, attraverso la partecipazione che incentiva l'integrazione e abbassa i rischi di tensioni sociali”.
“La proposta presentata al consiglio – ha spiegato l’assessore - è stata elaborata con tutti i soggetti rappresentativi, fin dal dicembre del 2010”.
“La vecchia consulta – ha ricordato - aveva manifestato delle criticità. Alcune avevamo intese superarle con l'elezione diretta del presidente, perché ritenevamo che questo potesse consentire alle diverse etnie di dialogare. L'altra scelta era quella di far partecipare il presidente ai lavori del consiglio comunale come segnale tangibile di serenità e di tranquillità, per dimostrare che l’amministrazione, specie in una fase delicata come questa, su tutte le tematiche tiene conto dei problemi dei cittadini stranieri, come di quelli italiani”. “Su queste proposte, maturate nel confronto con le associazioni ed i soggetti coinvolti – ha aggiunto Bucari -  si è aperta una riflessione, ci sono state delle interlocuzioni ed il manifestarsi di posizioni diverse all’interno del consiglio che è comunque sovrano in materia regolamentare”.
Giorgio Finocchio a nome dell’ufficio di presidenza e della conferenza dei presidenti di gruppo ha evidenziato come il percorso sul tema sia stato in effetti molto complesso. “Abbiamo cercato la sintesi più condivisa possibile, anche con la partecipazione della giunta. E' stato presentato un emendamento per smussare le difficoltà, che comunque non erano sostanziali, perché la sostanza è dotare la città della consulta”.  Le tre principali questioni di divergenza sul testo proposto – ha spiegato - riguardavano l'elezione diretta del presidente della consulta, la presenza dei cittadini comunitari nella consulta; la presenza del rappresentante della consulta in consiglio comunale.
“Abbiamo ritenuto prevalente il principio della rappresentanza delle diverse etnie, che va contro il criterio della responsabilità decisionale caratteristico dell'elezione diretta. Sulla presenza dei cittadini comunitari nella consulta, abbiamo sposato la linea della giunta: non ci sembrava logico, all’interno di un organismo consultivo, privarci del contributo dei tanti cittadini comunitari stranieri. Infine – ha concluso Finocchio -  sul consigliere comunale aggiunto abbiamo ritenuto che ogni qual volta ci sia la necessità della sua presenza, il presidente, sentita la conferenza, lo possa invitare. Abbiamo poi previsto un ulteriore meccanismo: due incontri annuali tra il consiglio comunale e l'assemblea e inserito l'elemento della rappresentanza di genere”.
Antonio Baldassarre (LB), da parte sua ha  proposto alcune modifiche tecniche “che lasciano intatto il senso generale”. Si è detto comunque favorevole al fatto che siano rappresentati nella Consulta anche i cittadini italiani che provengano da altre nazioni o che siano figli di immigrati. “E' infatti un grave errore della legislazione attuale non concedere lo ius soli, come negli Stati Uniti o in Gran Bretagna”.
Intervenendo nel dibattito, Riccardo Giubilei (Pd) ha sottolineato l’importanza del varo della consulta per l'integrazione. “Tra chi è comunitario e chi non lo è  - ha sottolineato - ci sono diritti e prerogative molto diverse e a me sarebbe piaciuto che all'interno del regolamento ci fossero stati elementi di salvaguardia maggiori per chi ha minori diritti”.
Per David Tallarico (PTca), la conferenza dei presidenti “ha fatto un buon lavoro con idee ben chiare e mettendo da parte ragionamenti di parte e personali”. “Ha prevalso il buon senso e l'interesse della comunità. Le proposte emendative non sono una bocciatura dell'atto di giunta, ma un contributo del consiglio comunale nella sua autonomia. Non dobbiamo neanche dimenticarci dell'infelice esperienza della precedente consulta che ha costituito una brutta pagina per la città che occorre superare al più presto”
Per Mauro Nannini (FdS) “è da considerare un segnale positivo che su questo argomento ci sia stato un dibattito vivo e vivace. L'amministrazione si è sempre attivata per l'inclusione; la conferenza dei presidenti ha fatto un buon lavoro ed ha accolto una proposta che avevo già avanzato da mesi in particolare sulla rappresentanza a  tutela delle minoranze. La presenza di tante etnie e di tante associazioni è una ricchezza per il nostro territorio: con l'elezione diretta il presidente sarebbe stato sempre rumeno o albanese. Giusto invece il criterio della rotazione”.
Leo Venturi (To) ha espresso condivisione per il lavoro fatto dalla conferenza. “E' giusto mettere a disposizione tutti gli strumenti per sviluppare l'integrazione – ha detto - ma le scelte tecniche non bastano, occorre mettere in campo concretezza e volontà politica per dare le gambe a progetti e strumenti”.
Ermanno Ventura (Pd) invece, pur esprimendo rispetto per il lavoro fatto dalla conferenza, ha detto di non aver apprezzato lo stravolgimento della proposta di giunta. Ventura si è infatti detto a favore dell'elezione diretta del presidente e della presenza continuativa e costante in consiglio del consigliere aggiunto. “Il lavoro della giunta ha una logica forte, d'inclusione, d'ascolto”.
Per Giuseppe Boccolini (Psi), “la nostra è una città accogliente che ha lavorato da anni per l'integrazione e per far integrare tra di loro le diverse etnie”. Riferendosi a Ventura, Boccolini ha detto che occorre sempre fare un lavoro di sintesi e auspicando un pronunciamento di condivisione da parte della giunta
Giampiero Amici (Pd) ha sottolineato come siano innegabili i problemi registrati  in passato. “Ma a differenza di quanto successo in precedenza, i consiglieri di maggioranza e di minoranza hanno preso un impegno forte per approvare un atto, una proposta di alto livello politico e sociale. La nostra proposta è anzi tra le più avanzate ed è frutto di una sintesi alta tra i gruppi che dimostra come la nostra sia una città aperta ed accogliente”. Giocondo Talamonti (FdS) ha sottolineato come agli immigrati vadano garantiti pari diritti: “Occorre superare il ricorso alla forma dell'assistenza, ed è essenziale il coinvolgimento degli immigrati in organismi di consultazione”. “E' grazie agli immigrati che molte scuole sono ancora aperte”. “Il problema – ha concluso Talamonti - non è solo l'integrazione tra italiani e stranieri, ma anche quello tra le diverse comunità di stranieri”.
Per Fabio Biscetti (Pdl) lo strumento proposto dalla giunta non appariva il più idoneo al raggiungimento degli obiettivi. “Migliorativa è invece la proposta uscita dalla conferenza dei presidenti”. “Occorre però evitare il rischio di mettere insieme esigenze diverse come quelle dei comunitari e degli extracomunitari. Altro aspetto di criticità, l'articolo 6 sulla presenza del presidente nel consiglio comunale: sarebbe stato meglio prevedere un suo ascolto in commissione, anche per evitare il verificarsi di problemi tecnici con il regolamento del consiglio comunale e dello Statuto” .

Data aggiornamento della pagina: 02/05/2017